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Economia & Innovazione

Torino, la città delle startup: ecco cosa fanno (ma che fatica trovare fondi)

La ricerca del Club degli Investitori: in due anni gli investimenti sono passati da 400 milioni a 65

Torino, la città delle startup: ecco cosa fanno (ma che fatica trovare fondi)

Torino città di start up. Il caso di Syrto è solo l'ultimo di una lunga serie in cui troviamo anche, per esempio, Reefilla di tre giovani ingegneri ex Fca, pare dimostrarlo. E in effetti la nostra città è seconda a livello nazionale per presenza di start up, con ben 675 imprese e una crescita dello 0,6%, a fronte di una media nazionale che vede un calo del 3,5%.

A dominare è comprensibilmente l'high tech, nelle sue declinazioni dall'automotive alla mobilità sostenibile, alla security o al nucleare pulito della Newcleo finanziata anche dagli Elkann, fino ad arrivare a quei settori che attirano i maggiori investimenti, ossia biotecnologie e healthcare. Anche se, purtroppo, proprio il capitolo investimenti sta segnando le note più dolenti.

I dati emergono da una ricerca del Club degli Investitori e dal rapporto dell'Osservatorio sul Venture Capital. Nell'anno appena passato - ma la ricerca prende in esame solo sette mesi - sono stati 65 i milioni di euro raccolti dalle aziende. Una differenza abissale con il 2022, quando la raccolta era arrivata a 400 milioni di euro.

Ma quali sono le ragioni? Scarsa fiducia o mancanza di disponibilità? Eppure il tessuto piemontese conta una trentina fra incubatori e acceleratori - da quello del Politecnico a quello della Vento, della Exor Ventures, che fa base alle Ogr durante l'Italian Tech Week - e una disponibilità potenziale di un miliardo di euro per i prossimi cinque o dieci anni.

Come detto, Torino è al secondo posto a livello nazionale nel rapporto fra startup e investimenti: la parte del leone la fa Milano che con 2.499 imprese detiene il 19% del totale in Italia. Poi, seguono Roma, Napoli, Bologna.

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