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CARCERI

Vallette, sovraffollamento oltre il 136%. Gli agenti: "Ci mancano i dirigenti"

Al momento ci sono 1498 detenuti: la capienza massima sarebbe di 1117. E intanto Osapp chiede al ministro Carlo Nordio di aprire un'inchiesta sulla carenza di comandanti

Vallette, sovraffollamento oltre il 136%. Gli agenti: "Ci mancano i dirigenti"

Il tasso di sovraffollamento degli istituti penitenziari per adulti a Torino è del 130%. Quello del Lorusso e Cutugno, in particolare, è del 136%. Lo rende noto il garante dei detenuti, Bruno Mellano, in una tabella che racconta i numeri delle carceri italiane e che Mellano intitola come «Numeri della vergogna». In testa a questa sgradevole classifica troviamo il carcere di San Vittore a Milano, dove la percentuale è del 229%, poi Brescia: Canton Mombello si “guadagna” un 212%. Sul podio anche la Casa Circondariale di Foggia (194%) seguita da Roma: il penitenziario Regina Coeli registra oggi un tasso di sovraffollamento del 180% e quello di Rebibbia è al 155%.

Dopo la capitale è il turno di Napoli: il carcere di Poggioreale è al 153%. Numeri migliori rispetto a quelli delle Vallette li registrano a Firenze (131%) a Genova (129%) e a Palermo (116%). Da inizio 2024 si contano 66 suicidi nei penitenziari italiani, 15 morti per cause da accertare e 1273 tentativi di suicidio. In Italia sono presenti 61.113 detenuti: di questi, il 31% sono stranieri, con un aumento del 7,6% da ottobre 2022. I reclusi in attesa di giudizio sono 15.185. Quelli con una pena inflitta inferiore a tre anni sono 9.417. E quelli che sono in carcere per reati legati agli stupefacenti sono 28.049 (aumentati del 45% rispetto dicembre 2022). Sono 4.346 i detenuti in Piemonte a fronte di spazi che dovrebbero ospitarne al massimo 3.976. Tra loro, 160 donne detenute (135 sono alle Vallette, le altre a Vercelli). E ancora, i minori: detenuti negli ipm sono 550 (di cui stranieri 266; il 48% del totale). Dal cosiddetto Decreto Caivano dicembre 2022 + 169 (+44%) Detenuti minori di 25 anni (sia in IPM che in carcere) 4.377 (di cui stranieri 2.207 il 50% del totale). I bambini rinchiusi assieme alle loro madri sono 26. Ma non solo sovraffollamento.


Al Lorusso e Cutugno di Torino, carcere di primo livello con incarico superiore, da più di tre mesi manca un comandante di reparto. A Torino manca anche il comandante del nucleo provinciale. Poi Ivrea, dove il comandante non c’è da quattro anni. Manca anche a Biella, Vercelli e Verbania. Aosta ne è sprovvista da otto anni. A denunciarlo è il sindacato Osapp che chiede al ministro della Giustizia Carlo Nordio di aprire un’inchiesta. «Asti e Saluzzo hanno le carceri ad alta sicurezza dove sono presenti camorristi e mafiosi: anche in quei due istituti penitenziari non c’è un comandante di reparto titolare. A Cuneo c’è un dirigente aggiunto mentre dovrebbe esserci un primo dirigente» dichiara Gerardo Romano, vice segretario generale di Osapp «ci sono 127 dirigenti e 234 dirigenti aggiunti: undici istituti piemontesi sono senza comandante di reparto». Un ruolo, quello del comandante, che dovrebbe essere coperto proprio dai dirigenti: primo dirigente per le strutture di primo livello e dirigente aggiunto per i penitenziari di secondo livello.

«E’ un dramma. Torino, Vercelli e Biella hanno vissuto recentemente criticità importanti: a Cuneo poche settimane fa una rivolta spaventosa. Nessuno interviene. Non è solo il sovraffollamento a rendere oggi i penitenziari luoghi di insicurezza; la carenza organica di personale è altrettanto impattante. Alle Vallette ad esempio mancano 200 unità di polizia penitenziaria. E chi c’è non ha linee guida di azione. Chiediamo a Nordio di aprire quindi un’inchiesta sull’agire dell’amministrazione centrale circa questi comandandanti che ancora oggi non ci sono. Vogliamo vederci chiaro in merito a una politica ‘strana’ che sembrerebbe assegnare d’ufficio e a immissione forfettaria (110 euro in più al giorno oltre allo stipendio) i dirigenti a fine carriera inviati in istituti dove i posti sono vacanti: che Nordio faccia chiarezza su questo punto e ci levi tutti i nostri dubbi in proposito.»

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