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La crisi dell'auto

Stellantis, "Persi 10mila posti di lavoro, pronti a sciopero generale"

Il paradosso di Mirafiori fra operai in cassa integrazione e offerte di trasferimento dal sud o all'estero

Stellantis, "Persi 10mila posti di lavoro, pronti a sciopero generale"

Diecimila posti di lavoro persi. Il calcolo - giusto o sbagliato - è quello di Rocco Palombella, segretario generale della Uilm; i posti di lavoro quelli in Stellantis. E la prospettiva è quella di un autunno caldo, tra ammortizzatori sociali, fughe dalla fabbrica e, forse, uno sciopero generale.

"Senza risposte sarà mobilitazione generale" dice infatti Palombella. Risposte che chiede al governo e soprattutto a Stellantis. "Dopo l'annuncio del governo sui nuovi incentivi ci aspettavamo un settembre in ripresa - dice -. Invece continuano le fermate produttive, l'uso massiccio di cassa integrazione e le richieste ai lavoratori di trasferimenti volontari anche all'estero" con riferimento all'ultima notizia uscita su Mirafiori, ossia la proposta di trasferta in Polonia, nello stabilimento di Tychy, per una decina di operai carrellisti". 

"Una prassi consolidata" è la risposta del Gruppo, che anzi calcola come nell'ultimo anno e mezzo i trasfertisti abbiano oscillato fra 600 e 2.600. Il paradosso è che adesso Stellantis cerca trasfertisti proprio per Mirafiori: con oltre 3mila lavoratori in contratto di solidarietà fino a dicembre, il Gruppo ha bisogno di personale per il reparto eDct, quello delle trasmissioni elettrificate per i veicoli ibridi, che lavorerà su venti turni settimanali a settembre. Le richieste di trasfertisti sono state fatte a Termoli e anche ad Atessa. "Abbiamo chiesto che le ricerche avvengano prima tra personale locale" ha detto Rocco Cutrì della Fim.

"Diecimila posti di lavoro persi negli ultimi anni non sono stati sufficienti ad arrestare questo declino - attacca Palombella -. La strategia di Stellantis è fallimentare e non può continuare così. Siamo ancora in tempo per bloccare un disastro occupazionale e industriale. Chiediamo l'intervento urgente e diretto alla presidente del consiglio Meloni prima che sia troppo tardi".

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