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Automotive & Politica
06 Settembre 2024 - 07:20
Dopo aver incassato il fiasco del "cavaliere bianco" che voleva creare l'Italvolt, adesso politica e mondo industriale si appellano ai cinesi per rilanciare il tessuto economico canavesano, provando a portare qui i competitors (ma anche quasi ex soci) di Stellantis. Ci sono tre siti, infatti, che la Dongfeng, quarto costruttore della Cina, starebbe già vagliando, tra cui uno quasi dimenticato dove nascevano addirittura le Ferrari.
"Questo territorio ha un indotto nel settore della mobilità, anche a livello internazionale, che gli permette di essere attrattivo, per chi vuole utilizzare tutta questa competenza. Ogni opportunità non è da scartare, ma da valutare e da approfondire" ha detto ieri mattina, a margini dell'evento Big Science Italia, il presidente dell'Unione Industriali di Torino Marco Gay. Il presidente degli industriali ricorda che proprio in questi giorni è stata lanciata la Vehicle Valley, una fondazione che si occupa di mobilità e in particolare automotive, anche allo scopo di "attrarre nuove iniziative e far crescere quelle che già ci sono". E, di fronte alla crisi di Mirafiori, che trascina con sé anche l'indotto, l'obiettivo è cercare di ripetere nel territorio torinese quanto fatto a Novara, con l'arrivo della fabbrica di microchip.
Nella stessa occasione, l'assessore regionale alle attività produttive Andrea Tronzano ha rivelato come il dialogo con i cinesi di Dongfeng - che già hanno avuto molte interlocuzioni con il ministro Adolfo Urso - sia parecchio avanti: "Abbiamo indicato loro tre siti, poi vedremo le scelte che faranno. Di certo, riguardo Stellantis, l'ad Tavares ha fatto delle buone cose, come l'accordo sul polo dell'elettrico, ma ora sta facendo scelte su territori diversi mentre Mirafiori è in cassa integrazione. Quelle di Tavares sono azioni di medio e lungo periodo, noi invece abbiamo bisogno di azioni ora". E a quel punto, ben venga Donfeng "purché investa sul territorio e assuma personale locale".
Dei tre siti, il più scontato è quello dell'ex Maserati di Grugliasco, il più recente e sfruttabile. L'inconveniente è che rimane di proprietà di Stellantis, che l'ha messo in vendita. E, per quanto Dongfeng abbia ancora una quota minima del Gruppo francoitaliano, appare difficile che Tavares ed Elkann vendano proprio a loro.
Poi c'è il sito di Scarmagno, ex Olivetti, lo stesso dove si era cercato di far insediare la gigafactory di batterie Italvolt, un progetto tanto ambizioso quanto fondato sul nulla, con il visionario Lars Calstrom sparito assieme ai suoi progetti di raccogliere milioni di euro di finanziamenti.
Il terzo sito è quello più suggestivo: l'ex Pininfarina di San Giorgio Canavese, da cui in passato sono uscite la Ferrari Testarossa, l'Alfa Romeo Brera e tanti altri modelli carrozzati dall'azienda di Cambiano (ora di proprietà indiana). Abbandonato dal 2011, con un autentico cimitero di auto davanti, l'ex Pininfarina - insediamento da 300mila metri quadri - è stato acquisito a fine 2023 da Taurus, una società partecipata dalla Cogefa Partecipazioni e dalla Simco di Manuela Mattioda, della dinastia di costruttori. Lo scopo di Taurus è trovare investitori per la reindustrializzazione dell'area. E certo il sito ha le caratteristiche giuste per Dongfeng, però non nel breve periodo.
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