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I piani di Stellantis

Fiat: ecco la nuova 500 Ibrida. Dalla Regione appello a John Elkann (mentre fa da guida ai cinesi)

Mirafiori ai livelli del 2013. E Dongfeng visita ex stabilimenti a Torino per impiantare la nuova fabbrica

futuri stellantis

Un motore "Firefly" mille di cilindrata e un cambio a sei marce, con un design rinnovato ma non stravolto. Sarà così la nuova Fiat 500 Ibrida attesa a Mirafiori per il rilancio della produzione. Forse la vettura più attesa, fra tutte le nuove uscite di Stellantis, che va a sostituire anche la vecchia Fiat 500 con motore termico, uscita definitivamente di produzione dopo 17 anni. Il tutto mentre i cinesi di Dongfeng, che ancora hanno delle quote di Stellantis, si preparano allo sbarco a Torino.

Olivier Francois, ceo del brand Fiat, ha detto che la nuova 500 manterrà il suo design "iconico" e sarà in pratica un aggiornamento della versione elettrica. Mentre a cambiare, rispetto al modello finora prodotto in Polonia, saranno gli interni e le dotazioni tecnologiche, che diverranno simili a quelli dell'elettrica - a sua volta oggetto di qualche intervento da qui al prossimo anno. "E sarà interamente Made in Italy" ha detto il manager. Su come sarà, per il momento, ci si può affidare all'intrigante versione del render del canale Youtubue PoloTo (come pubblicato da AffariItaliani) che ripristina anche il tradizionale marchio Fiat sul frontale e propone stilemi più moderni.

L'Ibrida sarà infatti prodotta a Torino, ma con un motore termico prodotto a Termini. Mentre la parte elettrica e il cambio a sei marce saranno realizzati nei reparti di Mirafiori. Ancora non ci sono previsioni sui numeri di questo modello, anche perché il suo arrivo è lontano: non si prevede di iniziare la produzione prima della fine del 2025 (mentre l'adeguamento delle linee nello stabilimento comincerà prima, con conseguente ricorso alla cassa integrazione per alternare gli operai al lavoro). Molto dipenderà dalle richieste del mercato.

Che come sappiamo per l'elettrico, in questo momento e con queste politiche, è un bagno di sangue. Se Stellantis ha chiuso l'agosto più nero da molto tempo, Volkswagen ha comunicato di aver perso circa 500mila veicoli, "l'equivalente di due fabbriche" - per le quali ha annunciato la possibile chiusura -, mentre Volvo ha annunciato una decisa retromarcia sul suo piano di commercializzazione esclusivamente elettrica entro il 2030. 

Mirafiori, quindi, si affida questo solo modello, mentre lavora a ritmo ridotto, con una produzione giornaliera che, se mantenuta, porterà la produzione ad appena 30mila vetture nell'anno - dicono dalla Fiom Cigl -, livelli pari a quelli del 2013. Lo storico stabilimento è a rischio, quindi? Chi non ci crede l'assessore regionale Andrea Tronzano, per il quale "Chiudere Mirafiori vorrebbe dire tradire oltre un secolo di storia". In Regione non pensano che la strategia di John Elkann, come detto anche in occasione dei festeggiamenti per i 125 anni di Fiat, possa pensare di chiudere Mirafiori. "Ma il gruppo sta investendo altrove, mentre qui c'è cassa integrazione". E, intanto, dopo i cinesi "amici" di Leapmotor, a Torino si prepara lo sbarco di Dongfeng, che possiede ancora l'1,6% di Stellantis. Lo conferma sempre Tronzano, a margine di un appuntamento all'Unione Industriale, spiegando che i rappresentanti della Casa cinese visiteranno "alcuni siti nella zona di Torino", in primis lo stabilimento ex Maserati di Grugliasco, ancora in vendita, e l'ex Olivetti a Scarmagno. Ma anche l'ex Pininfarina di San Giorgio Canavese, nei mesi scorsi rilevato da un gruppo di investimenti immobiliare per avviare la reindustrializzazione. "Bisogna provare a fare in modo che investano qua e che assumano gente del territorio".

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