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Oggi il Tavolo dell'Automotive

Stellantis, il colpo basso del (quasi ex) socio: i cinesi nella Fabbrica Agnelli o nell'ex Olivetti

Accordo quasi fatto fra governo e Dongfeng per un polo di produzione da 100mila vettura proprio in Piemonte

Stellantis, il colpo basso del (quasi ex) socio: i cinesi nella Fabbrica Agnelli o nell'ex Olivetti

Uno stabilimento in grado di realizzare 100mila auto in un anno, il primo completamente cinese in Italia. E' questa la carta che il governo potrebbe calare, questa mattina, sul tavolo dell'automotive, giunto in teoria all'incontro risolutivo, contro Stellantis. Sfoderando il partner lungamente atteso, un costruttore che non si limiterebbe al preassemblaggio di kit, ma realizzerebbe un vero e proprio polo produttivo, coinvolgendo le imprese del settore della componentistica, addirittura con lo Stato italiano nel capitale sociale. E, quasi come beffa, questo produttore sarebbe un (quasi ex) socio di Stellantis, che potrebbe rilevare l'ex stabilimento Maserati di Grugliasco, o  insediarsi nella ex Olivetti, là dove è tramontato il sogno dell'Italvolt.

La situazione è chiaramente tutta in regime di rumors e voci non confermate, né smentite. Ma nel corso della giornata si sono fatte sempre più potenti le indiscrezioni sul fatto che il governo, forte anche della missione cinese recente, avrebbe ormai raggiunto l'accordo con la Dongfeng. "Le relazioni industriali non si costruiscono in un giorno, ci vuole tempo" ha detto Urso. Ma il tempo è quello passato da quando se n'è iniziato a parlare (noi ne avevamo dato conto ad aprile).

Dongfeng è un'azienda a totale capitale pubblico cinese, di Wuhan (città che non ispira ottimismo...), ed è fra i partner dell'italiana DR, che rimarchia e commercializza auto cinesi in Europa (di recente anche con il marchio Tiger). Ma soprattutto, è socia di Stellantis. Dieci anni fa, difatti, la Dongfeng (una forza produttiva di un paio di milioni di veicoli in patria) fu fra i protagonisti della ricapitalizzazione di Psa Peugeot, arrivando ad averne il 14%. Quota poi ridottasi con Stellantis, ma tutt'ora esistente anche se a poco più dell'1,5%. Per il riacquisto delle sue azioni Stellantis ha già pagato un miliardo e c'era l'intenzione, con l'ultimo buyback in corso, di liberarsi dell'ingombrante partner, soprattutto avendo ormai in corso la Join Venture con Leapmotor.

Dongfeng, però, se andasse veramente in porto l'accordo, grazie ai capitali di attrazione degli investimenti del Mimit, finirebbe forse a installarsi proprio in Piemonte. Rumors parlano dello stabilimento ex Maserati di Grugliasco, la cui vendita però non sarebbe ancora avvenuta. O di uno spazio ex Olivetti, in Canavese (probabilmente quello del fallito sogno Italvolt). 

La produzione inizialmente sarebbe di 100mila veicoli, ben lontana da quel milione e oltre all'anno desiderato dal governo. Stellantis, nell'ultimo anno, non è però andata oltre i 300mila, in particolare a causa degli stop di Mirafiori. Per questo, oggi, a Roma, il governo si aspetta una debita presa di posizione, una dichiarazione chiara su programmi, che vanno dalla Fiat 500 ibrida annunciata per Mirafiori (forse anche una Maserati con motore termica); di contro, il Gruppo di John Elkann, si attende nuovi incentivi governativi, per rilanciare il mercato. Sarà una guerra di posizioni.  

Ben oltre la fiducia, quasi radiosi, i sindacati, con Giorgio Airaudo della Cgil che parla di qualcosa come 8mila a 10mila lavoratori eventualmente coinvolti, tra catena di montaggio e indotto. E quanto agli stabilimenti, dice che ci sono quelli che Stellantis tiene in ostaggio perché sottoutilizzati e potrebbe mettere a disposizione della reindustrializzazione e dell’occupazione". Nel senso che si aspetta anche l'esproprio governativo?

Per Andrea Tronzano, assessore regionale, la prudenza è maggiormente d'obbligo (anche perché si è visto come la politica assieme agli industriali canavesani e buona parte dei media, a parte chi scrive, si sono scottati con la Italvolt del cavaliere bianco Lars Carlstrom): "Il governo ha un Dossier Piemonte con varie possibilità, come si è visto per i semiconduttori a Novara - ha spiegato -. Abbiamo la consapevolezza di essere la patria dell’automotive e che quindi siamo assolutamente attrattivi".

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