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CARCERI

Vallette, le consigliere di Avs e Sinistra Ecologista dalle detenute in sciopero della fame

Intanto Forza Italia sfida la maggioranza sulle carceri: emendamento a favore delle madri detenute

Vallette, le consigliere di Avs e Sinistra Ecologista dalle detenute in sciopero della fame

Le consigliere di Sinistra Ecologista e Avs all'uscita dal carcere.

Cinque giorni fa nel carcere di Torino “Lorusso e Cutugno”, è iniziata una protesta pacifica portata avanti da 57 detenute che hanno avviato uno sciopero della fame a oltranza per denunciare le gravi condizioni in cui si trovano all'interno della struttura. Un gruppo di consiglieri comunali e regionali, composto da Sara Diena (Sinistra Ecologista), Alice Ravinale, Valentina Cera e Giulia Marro (Alleanza Verdi e Sinistra), ha fatto visita alle detenute per ascoltare le loro preoccupazioni e dare voce alle loro richieste.

Diritti violati e mancanza di cure adeguate

Le donne in protesta non chiedono clemenza, ma il rispetto dei loro diritti fondamentali. “Non chiedono la grazia, ma il rispetto dei loro diritti” ha affermato Sara Diena, evidenziando come la protesta sia una richiesta di giustizia e di dignità, piuttosto che un tentativo di ottenere sconti di pena. Secondo quanto riportato da Giulia Marro, la situazione psicologica delle detenute è estremamente critica. “La sofferenza psichica e psicologica è elevata e non trova adeguata risposta: a doversene fare carico sono spesso gli agenti di polizia penitenziaria, che non ne hanno le competenze”, ha spiegato Marro.

Un problema particolarmente grave riguarda l’abuso di psicofarmaci. Le detenute hanno denunciato come in molti casi si arrivi a vere e proprie dipendenze da queste sostanze, alcune delle quali sono state sospese in altre strutture carcerarie per i loro effetti nocivi. “Ci è stato confermato un problema di abuso di psicofarmaci, che talvolta si traduce in vere e proprie dipendenze”, ha aggiunto Marro.

Gravi carenze sanitarie

Un altro tema cruciale sollevato dalle detenute riguarda la situazione sanitaria all'interno del carcere. “La questione sanitaria in carcere sta diventando tragica”, ha dichiarato Valentina Cera, spiegando come manchi un’adeguata presa in carico delle patologie, dalle più semplici, come visite dentistiche e oculistiche, fino a controlli post-operatori dopo interventi per patologie gravi. L'assenza di cure mediche adeguate è uno dei punti più critici evidenziati dalle detenute, che chiedono provvedimenti immediati per migliorare l’accesso alla sanità in carcere.

Le richieste delle detenute

Le detenute, attraverso lo sciopero della fame, chiedono interventi concreti per affrontare il problema del sovraffollamento carcerario. Tra le richieste principali, il riconoscimento di maggiori sconti di pena per buona condotta, una misura attualmente in discussione alla Camera su proposta delle opposizioni. Inoltre, chiedono che vengano applicate le normative esistenti riguardanti le misure alternative alla detenzione, che spesso rimangono inapplicate a causa della carenza di personale nella magistratura di sorveglianza.

Alice Ravinale ha sottolineato l'importanza di rivedere le politiche sulla detenzione per reati minori. “Occorre ragionare sulla depenalizzazione di reati minori: non si può entrare in carcere per pochi mesi per reati bagatellari”, ha dichiarato Ravinale, spiegando come molte delle donne incontrate durante la visita si trovino in carcere per reati di poco conto, perdendo così il lavoro e, in alcuni casi, l'accesso a una vita dignitosa. "Abbiamo incontrato più persone in questa situazione, donne che avevano un lavoro e che lo hanno perso. Che senso ha?" conclude Ravinale.

Forza Italia sfida la maggioranza sulle carceri: emendamento a favore delle madri detenute

Un nuovo scontro politico si profila all'interno della maggioranza di governo. Forza Italia, il partito guidato da Antonio Tajani, ha proposto un emendamento per modificare la normativa sulle carceri, in particolare per quanto riguarda le madri con figli piccoli. La proposta è stata presentata dal capogruppo in Commissione Affari Costituzionali Paolo Emilio Russo, insieme alle deputate Annarita Patriarca e Rita Dalla Chiesa. L'emendamento mira a ripristinare l’obbligo di rinviare la pena per le madri con figli fino a un anno di età, misura che era stata eliminata con l'approvazione del ddl Sicurezza lo scorso luglio. Secondo la nuova proposta, il differimento della pena sarebbe nuovamente obbligatorio, consentendo alle madri di neonati di evitare il carcere nei primi mesi di vita del bambino.

Tuttavia, la norma introduce un'importante novità: il giudice dovrà valutare se il differimento della pena possa costituire un pericolo per il benessere del minore. Se il magistrato ritiene che la madre rappresenti un "grave pregiudizio all'integrità psico-fisica" del bambino, la pena dovrà essere scontata in un istituto a custodia attenuata, strutture speciali pensate per le detenute madri. Questo provvedimento si rivolge a quelle situazioni in cui il bambino potrebbe crescere in un contesto di illegalità o indigenza. L'emendamento, dunque, tenta di bilanciare la necessità di proteggere i bambini da una vita in prigione e, al tempo stesso, evitare che la misura venga utilizzata per sottrarsi alla giustizia da parte di madri recidive o pericolose. Forza Italia punta a garantire che nessun neonato debba crescere dietro le sbarre, senza però creare vuoti di giustizia.

Fotografie dell'Icam, la struttura per le madri detenute presente all'interno del carcere Lorusso e Cutugno

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