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IL CASO

Polemica alla Festa dell'Unità, la comunità ucraina: "Una donna filo russa non può rappresentarci"

La Comunità ucraina Torino punta il dito contro uno dei dibattiti in programma in piazza d'Armi, ma Olga Kalenichenko si difende

Polemica alla Festa dell'Unità, la comunità ucraina: "Una donna filo russa non può rappresentarci"

Putin e Zelensky

"I filo russi non possono rappresentare gli Ucraini in nessuna sede". Scoppia la polemica alla Festa dell'Unità di Torino. Non hanno dubbi dalla Comunità Ucraina: "La signora Olga Kalenichenko viene chiamata come rapresentante o/e tradutrice mediatrice della comunità degli ucraini a Torino e Piemonte. Senza nessuna delega da parte di autorità presenti in Torino e Milano" attaccano e fanno riferimento al dibattito dal titolo "Quando finirà il massacro in Ucraina?" in organizzato per lunedì 16 settembre in piazza d'Armi. Da programma, Kalenichenko viene presentata come "ucraina" e "Fondatrice del Teatro Balaga Divo". Con lei sul palco ci sarà anche Maria Mikaelian, cofondatrice della comunità Russi Liberi. Ma questo non basta a placare gli animi dell'associazione ucraina. E infatti sono partite le segnalazioni agli organizzatori della Festa che hanno subito corretto il tiro, invitando a partecipare al dibattito anche Svitlana Bubenchikova - Presidente Ucraina Libera.

Una prima bozza del programma in cui non figura la rappresentante di Ucraina libera

"La signora Olga Kalenichenko, che è vicepresidente dell’associazione culturale italo-russa Divo, non può in alcun modo rappresentare la comunità ucraina e non ha nessun titolo o delega a farlo" si legge in post diffuso dal Cut. "Tutte le sue espressioni sono totalmente un parere suo personale". E ancora il Cut: "Dall'inizio dell'attacco russo all'Ucraina, promuove le narrazioni del governo russo attraverso la propaganda culturale, ha collaborato con l'Istituto intitolato a Pushkin, ha visitato l'ambasciata russa, dove si trovava alla celebrazione della Giornata della Russia" E conclude: "La signora Kalenichenko aiuta l'offensiva della cultura russa e quindi assume una posizione ostile all'Ucraina".

Dura la reazione di Kalenichenko, che - contattata telefoniacamente - si dice "delusa" e "preoccupata" per le accuse che le vengono mosse. "E' assurdo che esistano associazioni così estremiste che attaccano i propri connazionali. Specie in un momento in cui muoiono delle persone durante la guerra" commenta. "Non c'è alcuna prova che, da dopo l'inizio della guerra, io abbia fatto propaganda" commenta e poi aggiunge: "Capisco che chi abbia perso un amico o un fratello in guerra sia accecato dall'odio, ma bisogna trovare la pace e la mia è la lingua della cultura". Kalenichenko precisa inoltre che, al dibattito, non parlerà a nome della comunità ucraina, ma a titolo personale e in quanti fondatrice di una associaizone culturale. 

 

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