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IL CASO
11 Settembre 2024 - 11:05
Putin e Zelensky
"I filo russi non possono rappresentare gli Ucraini in nessuna sede". Scoppia la polemica alla Festa dell'Unità di Torino. Non hanno dubbi dalla Comunità Ucraina: "La signora Olga Kalenichenko viene chiamata come rapresentante o/e tradutrice mediatrice della comunità degli ucraini a Torino e Piemonte. Senza nessuna delega da parte di autorità presenti in Torino e Milano" attaccano e fanno riferimento al dibattito dal titolo "Quando finirà il massacro in Ucraina?" in organizzato per lunedì 16 settembre in piazza d'Armi. Da programma, Kalenichenko viene presentata come "ucraina" e "Fondatrice del Teatro Balaga Divo". Con lei sul palco ci sarà anche Maria Mikaelian, cofondatrice della comunità Russi Liberi. Ma questo non basta a placare gli animi dell'associazione ucraina. E infatti sono partite le segnalazioni agli organizzatori della Festa che hanno subito corretto il tiro, invitando a partecipare al dibattito anche Svitlana Bubenchikova - Presidente Ucraina Libera.
Una prima bozza del programma in cui non figura la rappresentante di Ucraina libera
"La signora Olga Kalenichenko, che è vicepresidente dell’associazione culturale italo-russa Divo, non può in alcun modo rappresentare la comunità ucraina e non ha nessun titolo o delega a farlo" si legge in post diffuso dal Cut. "Tutte le sue espressioni sono totalmente un parere suo personale". E ancora il Cut: "Dall'inizio dell'attacco russo all'Ucraina, promuove le narrazioni del governo russo attraverso la propaganda culturale, ha collaborato con l'Istituto intitolato a Pushkin, ha visitato l'ambasciata russa, dove si trovava alla celebrazione della Giornata della Russia" E conclude: "La signora Kalenichenko aiuta l'offensiva della cultura russa e quindi assume una posizione ostile all'Ucraina".
Dura la reazione di Kalenichenko, che - contattata telefoniacamente - si dice "delusa" e "preoccupata" per le accuse che le vengono mosse. "E' assurdo che esistano associazioni così estremiste che attaccano i propri connazionali. Specie in un momento in cui muoiono delle persone durante la guerra" commenta. "Non c'è alcuna prova che, da dopo l'inizio della guerra, io abbia fatto propaganda" commenta e poi aggiunge: "Capisco che chi abbia perso un amico o un fratello in guerra sia accecato dall'odio, ma bisogna trovare la pace e la mia è la lingua della cultura". Kalenichenko precisa inoltre che, al dibattito, non parlerà a nome della comunità ucraina, ma a titolo personale e in quanti fondatrice di una associaizone culturale.
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