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IL FATTO

Torino, a settembre tornano anche le proteste di antagonisti tra parchi e università (e la Camera approva il nuovo reato di occupazione)

Lo sfogo di Pantanella: "Con i membri di Casapound si è adottato il pugno di ferro con gli esponenti coinvolti tuttora agli arresti domiciliari, per i soliti noti anarchici basta l'obbligo di firma"

Torino, a settembre tornano anche le proteste di antagonisti tra parchi e università (e la Camera approva il nuovo reato di occupazione)

Una manifestazione di Anarchici

Con la fine dell'estate, riprendono puntuali le manifestazioni dei movimenti antagonisti e dei centri sociali. Scene già viste e riviste si sono ripetute questa mattina al parco del Meisino, a Torino, dove un gruppo di attivisti ha tentato di bloccare i lavori per la costruzione della nuova Cittadella dello Sport. Anche stamani la polizia è intervenuta: i manifestanti volevano raggiungere l'area del galoppatoio ed è stato loro impedito. Nulla di nuovo rispetto al giorno precedente, ma con meno partecipanti. Tuttavia, l’intensità resta alta: i contestatori annunciano già una nuova mobilitazione per sabato, con un corteo previsto per le 15.

"Non ci si ferma qui" dicono. E' il clima di tensione costante che preoccupa, e le parole di Luca Pantanella, Segretario Generale Provinciale della FSP Polizia di Stato, fotografano alla perfezione lo stato d'animo delle forze dell'ordine. “Rispetto per le toghe, ma anche per le divise,” dichiara Pantanella, non risparmiando critiche alla gestione politica di questi episodi di protesta. Il bersaglio è una giustizia percepita come a due velocità: da un lato la severità con Casapound, dall’altro l’approccio “leggero” verso gli anarchici, definiti con sarcasmo "professionisti del disordine". E non solo: Pantanella evidenzia un paradosso inquietante. "Può essere ritenuto sufficiente l’obbligo di firma per chi assalta una volante della Polizia? O aboliamo direttamente le Forze dell’Ordine, così almeno si salva la pelle", chiosa amaro, sottolineando il crescente senso di frustrazione tra le divise.

Ma le proteste non si fermano al parco del Meisino. A Palazzo Nuovo, epicentro del mondo universitario torinese, l'Intifada Studentesca continua a far sentire la propria voce. Gli stessi che qualche mese fa avevano occupato l’ateneo per 40 giorni sono tornati nelle medesime stanze, in assemblea, preparandosi alle prossime mobilitazioni. C’è chi parla di nuovi cortei, chi di resistenze ancora più radicali. Eppure, i rettori di UniTo e PoliTo, Stefano Geuna e Stefano Corgnati, sembrano prenderla con una calma a tratti sconcertante: nessun pronostico da parte del primo, un tranquillizzante "abbastanza sereno" dal secondo. Ma i ricordi degli edifici vandalizzati durante l’ultima occupazione restano vivi nella memoria.

A fare da sfondo a queste tensioni, la politica nazionale si muove: la Camera ha appena approvato l’articolo 10 del disegno di legge “sicurezza”, con il quale si introduce un nuovo reato: l’occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui. Fino a sette anni di carcere per chi commette questo reato. Se da un lato la norma inasprisce le pene, dall’altro c’è la sensazione che la giustizia, finora, si sia mossa con lentezza esasperante, lasciando che le occupazioni si protraessero per mesi, a discapito dei proprietari e dell’ordine pubblico. In questo prossimo autunno torinese, tra nuovi edifici che sorgono e vecchi che vengono occupati, si gioca una partita tra diritto e disordine dove la tensione è destinata a salire ancora.

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