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La crisi dell'automotive

Dopo Volkswagen, Mercedes: ecco cosa succede all'auto europea (e perché forse ha ragione Tavares)

Anche la Casa di Stoccarda lancia un profit warning. Il "cocktail tossico" degli analisti e il futuro di Stellantis

Dopo Volkswagen, Mercedes: ecco cosa succede all'auto europea (e perché ha ragione Tavares)

L'espressione tecnica è "profit warning": è un allarme lanciato da società quotate in Borsa quando prevedono una riduzione dei profitti o degli utili nell'esercizio corrente. Ed è quanto sta arrivando dalla Germania ormai a ondate, nel settore automotive, la spia di un pericolo reale non solo per il comparto europeo, che sappiamo essere sofferente, ma anche per l'Italia. Un altro colosso dell'auto tedesca, infatti, segna rosso. E paradossalmente questa situazione pare dare ragione a chi, per vari motivi, viene indicato come l'artefice dei guai dell'automotive in Italia, ossia Carlos Tavares, ceo di Stellantis. Vediamo perché.

L'ultimo profit warning è stato lanciato da Mercedes, nella giornata di venerdì in cui ha segnato un pesante -7% alla Borsa di Francoforte. Allarme che ha seguito quelli già lanciati da Bmw - in maniera prudente, a onor del vero - e da Volkswagen, i cui toni rasentano quelli della catastrofe. Per la Casa di Stoccarda è il secondo profit warning dell'anno in corso e la previsione finale è di un margine operativo che non supererà l'8,5%, a fronte dell'11% annunciato con la guidance di inizio anno. Per la stella il flop di mercato delle auto elettriche si sposa con il calo delle vendite in Cina, da sempre un mercato di riferimento per i modelli più lussuosi. E anche Bmw ha posto l'accento su questa situazione, mentre Volkswagen ha dapprima annunciato poi ritrattato la chiusura dello stabilimento del partner Aic, che però subirà una profonda ristrutturazione.

Tutto il settore sta drammaticamente involvendo, con gli investitori orientati alla vendita. Rolf Ganter, responsabile azioni europee di Ubs Global Wealth Management, interpellato dalla Reuters definisce "cocktail tossico" il mix tra crisi cinese, la discesa dei prezzi, la stagnazione dei volumi di vendita - per usare un eufemismo - e la crescita del costo del lavoro. Uno scenario in cui i titoli dei tre colossi, ma anche di altri dell'automotive tra cui persino Ferrari, potrebbero "scendere facilmente di un altro 10-20% se le cose dovessero inasprirsi ancora di più" (come riportato da MilanoFinanza)

Tutto questo sembra essere un "cigno nero" che si è abbattuto sulle Case tedesche e sull'auto europea. Che, compatta, si rivolge all'Europa per chiedere, oltre a incentivi di mercato, una proroga della scadenza per i limiti di emissioni di CO2 e una revisione della direttiva sullo stop ai motori endotermici entro il 2035. E a entrambe si oppone Stellantis, con il suo ceo Carlos Tavares. Il quale, di fronte ai catastrofici risultati semestrali, è finito sulla graticola per una serie di scelte - alcune delle quali, per sua stessa ammissione, sbagliate - che hanno messo in crisi il Gruppo. 

Tra queste c'è il taglio della produzione, gli stop a ripetizione e a macchia di leopardo dei vari stabilimenti - Mirafiori in primis - e tutta una serie di quelle che lui ha definito "scelte impopolari per non avere i problemi di Volkswagen". Dunque, rallentare la sua stessa macchina per non andare in panne? Tagliare la produzione per preservare i profitti? Una strategia che adesso il ceo dell'ex Fiat dovrà mettere alla prova: la prova dei conti di fine anno e la resa dei nuovi modelli, con variante ibrida, in arrivo sul mercato.

Tavares, peraltro, non torna indietro sulla sua visione dell'elettrico: "Sono nonno di quattro ragazzi fra i 7 e i 12 anni. Voglio potergli dire quello che sta facendo il loro nonno per il futuro del pianeta" ci ha detto, pochi giorni fa, all'inaugurazione dell'Hub ProOne a Torino. Per lui, la transizione all'elettrico è determinante nella lotta al cambiamento climatico e al riscaldamento globale. Ed è un obbligo per le industrie. Alle quali, è solito aggiungere, servono però i sostegni della politica in termini anche economici. Dopo di che, la sfida ai costruttori - cinesi compresi - è lanciata: "Le mie auto sono pronte". Per inciso, questa mattina all'apertura di Piazza Affari, il titolo Stellantis ha iniziato in crescita, per poi riprecipitare di colpo, confermando il trend di un'ondata di vendite da parte degli investitori dei giorni scorsi (a fronte di 4 milioni e 952mila azioni acquistate dal Gruppo fra il 13 e il 19 settembre). A mezzogiorno registrava un +1,19% (ma la giornata è lunga).

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