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I guai della Famiglia
27 Settembre 2024 - 06:30
Non volevano attirare l’attenzione delle autorità, invece adesso rischiano che siano le autorità della Borsa a occuparsi delle vicende giudiziarie di Casa Agnelli. La Consob, infatti, starebbe apprestandosi a chiedere spiegazioni sia a John Elkann sia a Gianluca Ferrero, presidente della Juventus.
Sia Stellantis sia Juventus sono società quotate e, quando ci sono di mezzo indagini, le autorità di Borsa chiedono normalmente di essere messe al corrente, anche quando le inchieste non riguardano in maniera specifica la società in questione. Per Elkann e Ferrero, indagati per evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato, però, la questione sta diventando troppo grande, poiché il disegno che la Procura di Torino sta intravedendo avrebbe avuto come obiettivo anche l’assetto di una società - la Dicembre, non quotata ovviamente, ma con sede in Italia - che consente il controllo di Exor e, a cascata, Stellantis e Juventus. Rumors dell’ambiente finanziario danno come estremamente probabile una mossa della Consob nei prossimi giorni (per quanto si immaginava che già potesse arrivare mesi fa, all'inizio dell'inchiesta).
Ciò che attira l’attenzione, ora, è il cosiddetto «piano segreto» citato nelle cento pagine del decreto di sequestro di quasi 75 milioni agli Elkann, nella vicenda dell’Eredità Agnelli. Lo si legge in una mail, indirizzata direttamente a John Elkann, in data 8 luglio 2011, da parte dell’avvocato svizzero Peter Hafter, ingaggiato come consulente sulle questioni per il cambio di “abitazione” di Donna Marella Agnelli - da Sainkt Moritz a Lauenen - al fine di convalidarne la residenza svizzera e dunque facendo sottostare ogni atto compreso quello testamentario al diritto elvetico anziché quello italiano.
Si legge nella mail che «Vogliamo evitare che le autorità abbiano l'impressione che si tratti di una questione delicata e complicata. Potremmo esagerare se la signora si facesse accompagnare nell'ufficio comunale da un avvocato di Zurigo o di Ginevra». Si trattava di cambiare il domicilio, ai fini di mantenere il Permesso C di residenza in Svizzera. Una casa che nella realtà la vedova di Gianni Agnelli non avrebbe mai abitato, trovandosi ormai sempre più spesso in Italia o nella residenza in Marocco.
Ma in Svizzera conoscono bene queste pratiche di chi vuole, tramite la residenza nei cantoni, ottenere vantaggi fiscali. Le case vuote vengono chiamate «letti freddi». Dunque, stando alle carte della Procura, gli Elkann con Ferrero avrebbero ingaggiato numeroso personale per far ritenere che l’abitazione fosse realmente abitata tutto l’anno. Era anche intenzione, e c’è mail spedita da John Elkann a provarlo, costruire una specie di “ponte” che avrebbe facilitato l’accesso all’abitazione da parte di una persona anziana - e all’epoca già malata - quale era Donna Marella.
Se le autorità svizzere, viene fatto capire, avessero sospettato qualcosa di più di un cambio di domicilio, probabilmente avrebbero avviato accertamenti che la Famiglia avrebbe preferito evitare. La Svizzera, d’altronde, custodisce parecchi segreti di questa vicenda: svizzera era la prima banca che aveva la contabilità dei conti esteri riconducibili prima a Gianni Agnelli poi a Marella - e che tramite un impiegato “infedele” ha fatto avere a Margherita, svizzero è il Porto Franco di Chiasso dove sarebbero stati custoditi i dipinti, per un valore di centinaia di milioni, “scomparsi” dalla collezione Agnelli. Un luogo dove, ai tempi dell’indagine della Procura di Milano, gli investigatori si erano sì presentati, avendo ottenuto una rarissima rogatoria, ma, da quanto si sa, era vuoto. Oggi, però, leggendo il dispositivo della Procura di Torino, si scopre che quel luogo custodisce «sedici opere d’arte». Quali, non viene detto. Ma non sono ancora la totalità. La caccia al tesoro, dunque, continua. E, a questo punto, interessa anche gli ambienti economici: eventuali tracolli personali o societari degli Elkann avrebbero ricadute su una platea enorme di investitori.
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