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Economia & Territorio

Nutella, i coltivatori di nocciole a Ferrero: "Paga troppo poco"

La lettera dei produttori della Tuscia coinvolti nel progetto Nocciola Italia. Tutte le cifre del business

Nutella, i coltivatori di nocciole a Ferrero: "Paga troppo poco"

Sapete quanta Nutella si produce ogni anno? E quanto vale il suo business per la Ferrero? La crema spalmabile è da sessant'anni un simbolo del Made in Italy, anche se usa non solo nocciole coltivate in Italia. Per fare tutta la Nutella consumata ogni giorno nel mondo, infatti, non basterebbe l'intera produzione italiana. Per questo, pochi anni fa, la multinazionale di Alba ha lanciato i Progetto Nocciola, per incentivare la riconversione e produzione di nocciole in diverse regioni d'Italia. Una riserva per i propri prodotti. Ma da una parte di questa riserva, adesso, arrivano le rivendicazioni: il prezzo che paga Ferrero non è più adeguato. I coltivatori chiedono di più, proprio a fronte dei ricavi miliardari del gigante dolciario.

Il fatturato annuo di Ferrero è oltre i 17 miliardi e il suo presidente, Giovanni Ferrero, con un patrimonio di 43 miliardi di euro, è l'uomo più ricco d'Italia (nonostante viva prevalentemente a Bruxelles, per il lavoro della moglie). La Nutella, quella in barattolo, cuba sul totale del fatturato oltre 900 milioni di euro (ma ci sono i suoi derivati, come i biscotti o adesso la versione vegana "Plant Based): ogni anno se ne producono oltre 400mila tonnellate, con un impiego di circa 75mila tonnellate di nocciole (che nella ricetta rappresentano il 13% degli ingredienti), ossia metà della produzione italiana.

Per questo Ferrero utilizza - dichiarandolo apertamente - nocciole provenienti dalle sue coltivazioni in Turchia, Cile e Stati Uniti. Mentre in Italia, oltre alle forniture per esempio dei coltivatori piemontesi, ha lanciato appunto il progetto Nocciola Italia. E alcuni produttori della Tuscia, nel Lazio, aderenti a questo progetto, ora contestano le cifre. In una lettera alla Ferrero HCo, Ferrero Hazelnut Company, nata proprio per questo progetto, scrivono che "gli studi fatti sul giusto prezzo delle nocciole da riconoscere al produttore, all’epoca dell’avvio del progetto Nocciola Italia, oggi non sono più attuali e prezzi, così attentamente stabiliti, non tengono affatto conto delle sopravvenute contingenze sia economiche, che politiche, che climatiche e che globali''.

Dagli effetti della pandemia, al costo dell'energia, alla "griglia" che stabilisce un valore di mercato per le nocciole "penalizzando quelle Made in Italy" scrivono, le aziende si trovano ora in difficoltà, a rischio di sopravvivenza dopo aver aderito agli investimenti proposti e sostenuti dalla multinazionale. Bisogna dire che un noccioleto, in agricoltura, è considerato redditizio praticamente solo dal settimo anno: a fronte di un investimento iniziale di 5mila euro a ettaro in media, con un prezzo di acquisto medio di 2,7 euro al chilo che arriva ai 4,90 euro al chilo della Tonda gentile di Langa, in pratica un noccioleto rende attorno agli 8/10mila euro a ettaro l'anno. Lordi ovviamente.

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