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Economia & Lavoro

Kinder (brutta) Sorpresa: alle operaie solo 5 euro l'ora "ma Ferrero tace"

La manifestazione delle dipendenti Proteco davanti alla sede di Alba. Lauricella, Usb: "Il gigante buono? Una favola per la pubblicità"

Kinder (brutta) Sorpresa: alle operaie solo 5 euro l'ora "ma Ferrero tace"

Quanto è paradossale che la persona che confeziona gli ovetti Kinder non possa comprarli ai suoi figli, perché lo stipendio non basta? Quanto è assurdo che, di fronte alla sede della Ferrero, la multinazionale dell'uomo più ricco d'Italia e che ai suoi dipendenti paga ricchi premi di produzione, siano in sciopero operaie che invece prendono solo 5 euro l'ora? Eppure è quello che succede ad Alba.

Avevamo raccontato questa vicenda a luglio, parlando delle aziende che lavorano in subappalto al confezionamento di prodotti della Ferrero, tra cui gli ovetti Kinder Sorpresa. Tra queste aziende c'è la Proteco, che impiega diverse operaie. Le quali, a settembre, sono scese in sciopero - una agitazione promossa dall'Usb - e che nella giornata di giovedì, sotto la pioggia, hanno manifestato davanti alla Ferrero.

Tra le operaie in sciopero anche una madre di famiglia, che racconta: "Confeziono ovetti Kinder dal 2000. Ma non posso comprarli ai miei tre figli perché con 700 euro non si riesce ad arrivare alla fine del mese". Lei ha un part time di 24 ore, ma quando il monte ore sale a 40, lo stipendio non raggiunge comunque i 1.200.

Dice alla Gazzetta d'Alba Vincenzo Lauricella, della Usb: "Le lavoratrici, assunte a tempo indeterminato, hanno per molti anni lavorato solo nei periodi utili alla produzione Ferrero. Nei restanti mesi, anche quattro all’anno, venivano sospese dall’impiego e dalla retribuzione. Con tale modalità, dividendo il salario percepito per le ore prestate, emerge una paga di appena 4 euro lordi l’ora. Oggi, dopo che la Proteco ha imposto un contratto di lavoro part time, si è arrivati a circa 5 euro netti, ma solo per otto mesi su dodici".

Manifestare davanti alla Ferrero serviva proprio a invocare un intervento della multinazionale del cioccolato, che a luglio aveva diffuso una nota dove parlava del rispetto dei contratti sindacali anche nella scelta delle aziende cui viene demandata parte della produzione. Ma c'è stato questo intervento? Ancora Lauricella: "L’atteggiamento è di disinteresse e di chiusura. Il sistema degli appalti ha proprio questo fine: scaricare i problemi sulla società appaltatrice e, in ultimo, sui lavoratori. In tutta sincerità, non crediamo più alla favola del gigante buono. Sono storielle per la pubblicità. La realtà è diversa: appalti, cooperative, ribassi e povertà".

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