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L'inchiesta si allarga
12 Ottobre 2024 - 14:40
Da buoni "torinesi" - almeno John, che a Torino ha la residenza - anche gli Elkann hanno il conto corrente in una banca locale, per quanto sia un colosso: John e Lapo Elkann, infatti, hanno - tra i vari altri - conti presso Intesa Sanpaolo. E anche loro sono tra i 7mila ignari correntisti spiati da Vincenzo Coviello, il bancario infedele di Bitonto, ora sotto inchiesta. Ma davvero lo faceva solo a titolo personale? O c'è qualcuno dietro di lui? Una inchiesta, quella della procura di Bari, che potrebbe interessare altre procure, tra cui quella di Torino.
La Procura di Torino, infatti, ha una inchiesta aperta sui fratelli Elkann per truffa aggravata ai danni dello Stato e per evasione fiscale, riguardo l'Eredità Agnelli. E i magistrati, dopo aver ricostruito una complessa trama di conti e società estere, hanno disposto un sequestro di 74,8 milioni di euro. Anche se non risulta che, fra questi conti, ci siano nello specifico quelli spiati da Coviello. Ma che cosa può aver visto il bancario infedele? E, soprattutto, ha condiviso con qualcuno le informazioni?
Lui dapprima ha detto di essere semplicemente "un impiegato scrupoloso", poi si è giustificato con una mania del controllo supportata da certificato medico - prodotto dopo essere stato licenziato e messo sotto indagine -, e ora sostiene di non aver mai scaricato né condiviso i dati spiati. Si parla di 7mila conti: dalla premier Giorgia Meloni e sua sorella a Francesco Totti, ad Albano, dirigenti dei servizi segreti italiani, ministri e industriali. Dai primi accertamenti sul suo pc e sul tablet non risulterebbero operazioni di download, né di condivisioni. Gli esperti, però, avvisano che ci sono anche altri sistemi di condivisione delle informazioni: una semplice "foto" delle schermate, per esempio, non lascerebbe tracce. La condivisione sì.
Quanto agli Elkann - curioso: Ginevra non è stata spiata -, conti e società estere a parte, tempo fa era emerso - lo avevamo raccontato qui - che nel 2020 John Elkann fosse titolare di ben otto carte di credito prepagate emesse dalla Banca del Piemonte, carte ricaricate nel corso dell'anno in contanti, per un totale di 136mila euro e poi impiegate per vari acquisti. Si tratterà di carte affidate al personale di servizio della sua casa sulla collina? Ma perché le ricariche in contanti, sempre al di sotto dei mille euro, che è la soglia oltre la quale scattano i controlli? Quanto a Lapo, tra marzo 2020 e dicembre 2021 ha prelevato in contanti 112mila euro, utilizzando cinque carte diverse, fra Italia e Portogallo. E da altre "sei carte prepagate contrattualizzate" avrebbe prelevato quasi 150mila euro. Sarà per questo che, quando la Finanza mandata dalla procura di Torino è arrivata, sul suo conto (uno dei...) ha trovato solo 1.200 euro.
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