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LA POLITICA
29 Ottobre 2024 - 18:30
Marco Bucci, Andrea Orlando e Stefano Lo Russo
Il giorno dopo le elezioni - come da tradizione - è dedicato all’analisi del voto. E il risultato delle regionali in Liguria (dove Marco Bucci ha vinto con il 48,69% dei consensi, contro il 47,45% dell'avversario Andrea Orlando in corsa per il centrosinistra) mette in luce almeno tre elementi con cui i partiti ora dovranno fare i conti anche a livello nazionale.
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Tanto per cominciare: il campo largo “giallo rosso” ha fallito. E, a ben guardare i numeri, nelle ultime dieci tornare regionali, Pd e M5s insieme hanno vinto una sola volta (in Sardegna, dove i Cinque Stelle esprimevano il candidato). In questo caso più che in altri, gli occhi sono tutti puntati verso il Movimento Cinque Stelle, crollato sotto il 5%.
Veniamo poi al Partito democratico che, pur confermandosi primo nei numeri (con il 28,4%), da solo non ce la fa contro il centrodestra.
C’è poi Fratelli d’Italia che, pur confermandosi leader della coalizione, sta perdendo quota rispetto alle ultime elezioni Europee (15,1% contro il 26,8%). La Lega tiene (8,5%) e si piazza poco sopra Forza Italia (8%), ma entrambi vengono superati dalla lista civica “Bucci presidente vince Liguria”, che fa il 9,5%.
«La dispersione delle forze riformiste e liberali si è fatta sentire sull’esito del voto in Liguria» commenta l’onorevole piemontese Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione. «Piaccia o non piaccia, c’è una questione centrista che va affrontata partendo proprio dal voto ligure - prosegue -. Schlein può gioire per l’ottimo risultato del Pd, ma ha di che riflettere sul fatto che esso non potrà mai bastare per costruire un’alleanza credibile e solida che abbia nel suo orizzonte il governo dell’Italia. Conte è una zavorra per qualsiasi prospettiva politica».
Per il Pd e i suoi alleati ha pesato il veto di Conte su Matteo Renzi. Lo dicono i numeri: la convinzione dei più, tuttavia, è che il muro contro muro fra Conte e Renzi avrebbe solo rubato tempo a una campagna elettorale che si è rivelata più difficile del previsto. «Oggi ha perso soprattutto chi concepisce la politica come uno scontro personale, come un insieme di antipatie e vendetta. Ha perso chi mette i veti» ha commentato Renzi, a poche ore dall’annuncio della vittoria di Bucci. Conte, dal canto suo, si è detto «deluso» dal risultato e ora guarda alla «rifondazione» che passerà per la costituente del 23 e 24 novembre.
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Negli stessi giorni, si deciderà anche il nuovo presidente dell’Anci. Il favorito sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi godeva del sostegno del (naufragato) asse giallo rosso. Potrebbe essere questo il volano per rilanciare la candidatura di un sindaco del Nord che di campo largo non ha mai davvero voluto sentire parlare? Anche il sindaco di Milano Beppe Sala, commentando il voto in Liguria, sembra rimarcare una priorità del "nord" alla presidenza dell'Associazione nazionale comuni.
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