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IL RETROSCENA
31 Ottobre 2024 - 06:30
Giorgia Meloni attacca (in TV) e John Elkann risponde (ma non a lei). E' uno scontro aperto quello tra politica e Stellantis dopo che il nipote dell'Avvocato ha declinato, con una lettera, la convocazione in Parlamento per illustrare i piani di Stellantis per l'Italia. Una scelta che ha fatto insorgere mezza Italia parlamentare, con in testa la premier Giorgia Meloni. Cui Elkann ha risposto indirettamente, telefonando al presidente della Camera e rivendicando che fra stipendi, previdenza e investimenti, Stellantis darebbe all'Italia molto più di quanto riceverebbe, fra incentivi all'acquisto di veicoli elettrici (richiesti) e cassa integrazione. Ma oggi i conti si fanno davvero, in quanto questa mattina saranno pubblicati i risultati della trimestrale del Gruppo.
"In questi decenni gli stipendi, gli oneri fiscali e previdenziali versati, la bilancia commerciale, gli investimenti fatti e le competenze cha abbiamo formato, hanno superato di gran lunga i contributi ricevuti in Italia - ha detto, come riporta Askanews, John Elkann nella telefonata al presidente della Camera, Lorenzo Fontana. "E lo rivendichiamo con orgoglio, essendo la più importante realtà industriale che opera in Italia. Stellantis da quando è nata (2021) ha investito in Italia 2 miliardi di euro all’anno”.
Una telefonata che sarebbe arrivata poco dopo le dichiarazioni di Giorgia Meloni a Porta a Porta, una "mancanza di rispetto" verso il Parlamento: "Elkann non ha detto solo di no, ha detto no perché aspetto il tavolo del governo: temo che a John Elkann sfuggano dei fondamentali della Repubblica italiana" E mentre i sindacati continuavano a chiedere, nella giornata di ieri, la convocazione di Elkann a Palazzo Chigi - "Fiat se n'è andata da anni" diceva Maurizio Landini della Cgil -, il nipote di Gianni Agnelli ribadiva che “In questi anni non c’è stato nessun disimpegno in Italia; c’è stato solo un grande sforzo per orientare la nostra attività verso il futuro con prodotti competitivi e innovativi”.
Fra poche ore, però, saranno pubblicati i risultati della trimestrale di Stellantis, conti amari considerando quanto accaduto a giugno e con il taglio della guidance comunicato pochi giorni fa. Mentre, lunedì 4, dovrebbe riprendere il lavoro in fabbrica a Mirafiori. In uno scenario poco convincente, però, per la politica. In particolare al governo, dove si sta pensando effettivamente di "sfiduciare" il ministro Urso che con il Gruppo franco-italiano aveva imbastito una trattativa per arrivare a un milione di veicoli prodotti nel 2024, quando invece saranno poco più di 300mila.
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