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SPAGNA

Barcellona e Valencia: la furia di Dana non conosce tregua

Dalla tragedia di Valencia all’allerta in Catalunya: Barcellona è sotto attacco da parte di Dana, con piogge record e conseguenze devastanti. Le autorità si preparano a fronteggiare l’emergenza mentre le operazioni di soccorso continuano a Valencia, dove il bilancio è drammatico

Barcellona e Valencia: la furia di Dana non conosce tregua

Barcellona e la Catalunya sono cadute ieri nella trappola di Dana, la perturbazione che ha travolto la penisola iberica, portando con sé piogge battenti e forti venti. Se il copione ricorda quello tragico vissuto nei giorni scorsi dalla Comunidad Valenciana, i catalani possono contare su un avviso tempestivo: un messaggio su WhatsApp ha fatto sapere loro dell’imminente arrivo della violenta perturbazione. Ma un avviso non basta a fermare la furia degli elementi.

La situazione è critica: la protezione civile ha lanciato un’allerta per la piena del fiume Llobregat, che attraversa l'area metropolitana di Barcellona e si riversa a breve distanza dall’aeroporto El Prat. Con un accumulo di almeno 150 litri di pioggia per metro quadro in poche ore, che equivale a un quarto delle precipitazioni annuali, i voli sono stati cancellati e l’hub aeroportuale è a rischio chiusura. Anche l’autorità portuale ha informato che le operazioni nei terminal container sono ferme, e la linea ferroviaria ad alta velocità funziona a intermittenza, rendendo la mobilità un miraggio.

In un quadro di caos, il numero di richieste di soccorso è salito a oltre 2.600, con molti cittadini intrappolati nelle loro auto. Due di loro sono stati messi in salvo, ma il grido d’allerta risuona forte. Solo pochi giorni fa, la Catalogna lottava contro un’emergenza idrica, segno di quanto la natura possa essere imprevedibile e feroce.

A Valencia, dove la tragedia è ancora nel cuore di tutti, quasi 17mila soccorritori stanno operando per far fronte ai danni in una regione devastata da un’alluvione che ha già causato 222 vittime. Le operazioni di soccorso sono complicate dalla vasta distruzione e dalla necessità di mantenere ordine e pazienza tra la popolazione, preoccupata anche per il rischio epidemie. I dispersi sono un incubo ancora aperto, e l’inesorabile lavoro dei vigili del fuoco e dei militari dell’unità di emergenza continua. La polizia nazionale, pur mantenendo una certa cautela nel comunicare i numeri, è già stata costretta a organizzare spazi per accogliere le salme, una triste evidenza di come l’acqua possa essere tanto liberatrice quanto distruttrice.

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