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LA PROTESTA

Cavoretto protesta contro la chiusura dell'ufficio postale

Presidio, questa mattina, davanti all'ufficio postale di Cavoretto.

Cavoretto protesta contro la chiusura dell'ufficio postale

Cavoretto protesta contro la chiusura dell'ufficio postale

Cavoretto protesta contro la chiusura dell’ufficio postale, in via alla Parrocchia 3/A. Decentrato ed abitato da un elevato numero di persone anziane, Cavoretto, con la chiusura dell’ufficio, perderebbe un servizio pubblico essenziale, punto di riferimento per gli abitanti della zona e per le attività commerciali che resistono sul territorio. Seicento sono le firme dei cittadini raccolte fino a questo momento, in un borgo abitato da 1400 persone in totale: il territorio chiede a Poste di rivedere le sue posizioni, continuando a garantire il servizio pubblico.

Dopo l’annuncio della chiusura dei cinque uffici postali torinesi, il Comune ha approvato un ordine del giorno all’unanimità per farsi portavoce presso il Mef contro la chiusura prevista.

Ma non solo: venerdì 29 novembre si aprirà un tavolo che coinvolgerà la Regione, la Città e il territorio, insieme ai rappresentanti di Poste, per trovare una soluzione alternativa alla chiusura degli uffici.

Presenti al presidio davanti all’ufficio postale, il presidente della circoscrizione 8, Massimiliano Miano, insieme al consigliere di Lista Civica, Roberto Passadori, alla consigliera di circoscrizione, Giovanna Garrone, per la parte comunale, i consiglieri Vincenzo Andrea Camarda e Pietro Tuttolomondo, per Cgil Piemonte, Salvatore De Luca, e per il Sindacato pensionati italiani, Pietro Gabriele.

La posta, per il territorio di Cavoretto, rappresenta un punto di riferimento che non può essere sottratto alla cittadinanza, che sarebbe costretta a spostarsi fino all’ufficio postale di corso Moncalieri, con tutti i disagi annessi per persone anziane o per chi non possiede mezzi di trasporto propri; occorre garantire agli abitanti una qualità della vita adeguata, che passa anche dalla prossimità dei servizi essenziali in tutte le aree della città.

E quindi, come ha precisato Salvatore De Luca: «Poste non può continuare la sua strada verso il profitto, ma deve garantire il servizio pubblico e la presenza capillare sul territorio. Cavoretto, come gli altri uffici postali a rischio di chiusura, nell’ottica di profitto di Poste, rappresentano punti di scarso interesse economico, senza considerare l’impatto sociale e le necessità della cittadinanza».

Anche per il Sindacato pensionati italiani la chiusura dell’ufficio postale di Cavoretto appare immotivata, ma non solo, rischia anche di isolare ancora di più una comunità togliendole un servizio primario. Poste, inoltre, detiene il 68% dei risparmi dei pensionati italiani ed è proprio a questa categoria che vorrebbe togliere un diritto essenziale, costringendo le persone anziane a spostamenti lunghi e difficili.

Per i consiglieri comunali presenti la battaglia è aperta, al fianco dei cittadini, per garantire la prosecuzione del servizio offerto da Poste, dal momento che le soluzioni tecnologiche esistono, ma le persone anziane non possono essere costrette ad affidarsi alla tecnologia per fruire dei servizi.

Anche per le attività del territorio, come il bar di fronte alle Poste, il Petit Cafè, la chiusura rappresenterebbe un disagio, dopo la perdita da parte del borgo prima della filiale bancaria della San Paolo, poi, anche del bancomat.

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