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il caso parco dora
22 Dicembre 2024 - 11:02
Parco Dora, la rabbia dei residenti: «Chiuso 9 mesi l'anno per i grandi eventi. Ora basta»
Addio Parco Dora. Comincia così la lettera che il Comitato Dora Spina Tre, in rappresentanza degli abitanti della zona, ha inviato al Comune di Torino dopo l'annuncio che i lavori di ripristino di Parco Dora proseguiranno fino alla fine del prossimo marzo. Una grossa fetta del grande polmone verde che si trova tra via Borgaro e corso Mortara è chiusa da settembre, in seguito ai danni causati da Terra Madre Salone del Gusto e dalle migliaia di visitatori attirati dalla manifestazione.
Una situazione che ovviamente scatena la rabbia di chi invece vicino a quel parco ci abita e vorrebbe viverlo quotidianamente. «L'utilizzo libero del Parco Dora da parte dei cittadini è sempre più compromesso dal susseguirsi di grandi eventi - segnala il Comitato -, dal montaggio/smontaggio delle loro attrezzature, dai lavori di recupero delle aree verdi distrutte al termine del tutto». I lavori fino a marzo sono stati la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Significa - scrive il Comitato nella missiva - che quella che dovrebbe essere un'area verde a disposizione dei cittadini sarà in buona parte chiusa per quasi 9 mesi, a cominciare dall'installazione a giugno del Kappa Futur Festival 2024 fino alla primavera 2025, per poi nuovamente essere occupata dopo pochi mesi dalla nuova edizione del Kappa». C'è una preoccupazione anche per il futuro. «Di questo passo, qualcuno poco interessato al bene comune rappresentato da quell'area verde, potrebbe in futuro pensare: “Che senso ha seminare il prato a marzo quando a giugno il Parco sarà nuovamente distrutto dal Kappa Festival e poi da Terra Madre? Tanto varrebbe chiudere quell'area del tutto e cementificarla per favorire l'effettuazione di grandi eventi”».
Le conseguenze sui residenti (e sul valore degli immobili) sono intuibili. «E' inevitabile quindi che molti cittadini, che erano venuti ad abitare in Spina 3 anche per la presenza di un parco di prossimità, dovranno fare iniziative per farsi sentire dalle Istituzioni in merito alla vivibilità del quartiere e del Parco Dora in tutti i mesi dell'anno oppure ricercare altrove la propria tranquillità. Tenendo conto che l'impatto negativo sui residenti delle case che attorniano il Parco, e anche sulla sua fauna e flora, è ormai molto più grande delle poche migliaia di euro versate dagli organizzatori dei grandi eventi per l'occupazione del suolo pubblico e per le risibili “compensazioni” dell'impatto procurato sul quartiere e sul Parco».
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