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Economia & Difesa

Torino (con Leonardo) costruisce i nuovi jet per la Difesa: piano da 7 miliardi

Dopo la Spagna, anche l'Italia ordina i supercaccia Typhoon. Così la società del ministero è cresciuta del 74%

Torino (con Leonardo) costruisce i nuovi jet per la Difesa: piano da 7 miliardi

La Commissione Difesa dà il via libera a un piano da oltre 7 miliardi per i nuovi jet da combattimento e Leonardo (società della Difesa) vola con 49 aerei ordinati in pochi giorni. Con la prospettiva di nuove importanti commesse nel momento stesso in cui la Nato, su spinta di Donald Trump, aumenterà le sue spese militari (con buona pace delle notizie su trattative per il cessate il fuoco in Ucraina). E il business fa volare anche Torino, vediamo come.

A Caselle la Leonardo costruisce una gran parte dei componenti dei jet Eurofighter Typhoon, i velivoli supersonici (volano a Mach 2, ossia quasi 2500 chilometri orari) per la difesa aerea del consorzio che riunisce Italia, Spagna, Regno Unito, Germania e l'agenzia Netma, ossia Nato Eurofighter and Tornado management agency. Nei giorni scorsi, la Spagna aveva ordinato 25 caccia di nuova generazione e, alla vigilia di Natale, è arrivato l'accordo per la fornitura di 24 velivoli anche all'Aeronautica militare italiana. Tutti saranno assemblati nello stabilimento di Torino Caselle.

Secondo il decreto ministeriale, l'impegno economico complessivo, in 10 anni, per il programma dei 24 nuovi caccia è di 7,47 miliardi di euro. E per Leonardo significa un ritorno industriale, annotano le agenzie di stampa, del 36%. Dunque, un ulteriore tassello in un anno decisamente fortunato per l'industria della Difesa, con ordini superiori ai 14 miliardi di euro, ricavi per 12 in nove mesi e una crescita a Piazza Affari, nell'ultimo anno, di circa il 76,9%, il 22,5% soltanto negli ultimi tre mesi. Il tutto in attesa del nuovo jet GCap, in joint venture con Regno Unito e Giappone.

Per gli analisti di Banca Akros, se la Nato decidesse di aumentare le spese militari al 3,5% - il presidente eletto Usa, Donald Trump, spinge per il 5% - implicherebbe un aumento del 75% rispetto all'attuale livello del 2%. Dunque, uno scenario estremamente allettante per Leonardo, per cui la Nato rappresenta la metà dei suoi ricavi.
Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo, ha dichiarato: ”Il livello di tecnologia fornito dal programma Eurofighter nel corso degli anni è indiscutibile. Il suo successo fornisce anche la prova delle straordinarie sinergie tra l’industria e le istituzioni. Siamo orgogliosi di ciò che abbiamo costruito insieme e ci impegniamo a fornire il nostro contributo per garantire che l’Italia e tutte le altre Nazioni partner continuino a ricevere il livello di capacità che meritano”.
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