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Automotive & Finanza
07 Gennaio 2025 - 12:40
Dopo Zuckerberg, John Elkann si allea con Elon Musk. Un triangolo di attività - miliardarie - che coinvolgono non solo Exor, ma soprattutto Stellantis in corsa per evitare le maximulte per le emissioni di CO2. E l'alleato per evitare la stangata, non troppo a sorpresa, è proprio la Tesla del miliardario americano.
A spiegare questo meccanismo è Automotive News Europe, che cita anche un portavoce di Stellantis secondo il quale l'accordo "aiuterà l’azienda a raggiungere gli obiettivi europei del 2025". In che modo? Si parte dalla direttiva per cui i costruttori europei dovranno pagare una sanzione per ogni grammo di CO2 emessa oltre i limiti stabiliti. Limiti entro i quali si sarebbe rimasti se il mercato dell'elettrico avesse funzionato: nessun costruttore di auto - a parte Tesla - raggiunge l'obiettivo (per il quale bisognerebbe aver prodotto e venduto il 20% di auto elettriche, mentre la quota di mercato totale raggiunge a stento il 14%), meno che mai chi come Stellantis avrebbe dovuto raddoppiare la sua produzione di veicoli EV. Secondo l'Acea, le sanzioni totali nel 2025 arriverebbero a 15 miliardi di euro.
Da qui il progetto, già valutato dalla Commissione Europea, di un pool di costruttori per "condividere" le emissioni. I costruttori virtuosi compenserebbero i superamenti dei limiti degli altri. Vale a dire lo stesso meccanismo dei carbon credit che molti Paesi acquistano: come la Cina, che pur dominando il mercato dell'auto elettrica, ha ancora una notevole produzione di energia con fonti fossili. Così come gli Emirati Arabi Uniti e altri Paesi di petrolieri compensano con progetti di sostegno climatico o di rinnovamento energetico.
Carlos Tavares, ex ceo di Stellantis, in passato aveva detto che mai il Gruppo avrebbe comprato i carbon credit da Tesla. Ma abbiamo visto che, nonostante il miglioramento della sostenibilità dell'intero gruppo franco italiano, la situazione potrebbe esigerlo. I costruttori del pool, dunque, pagheranno in qualche modo le compensazioni di Tesla. Del pool fanno parte, oltre a Stellantis, Toyota, Ford, Subaru e Mazda, con Volkswagen ha già dato la disponibilità a unirsi. Contraria, invece, Renault.
Dal punto di vista di Stellantis, è chiaro che si tratta di un cambio di strategia che porta le impronte del nuovo comitato esecutivo presieduto da John Elkann. Il quale, come detto, è entrato nel cda di Meta - la società che possiede Facebook, Instagram e Whatsapp - nella sua qualità di ceo di Exor. Ma con Musk ha sempre avuto rapporti, come raccontato anche di recente in un lungo servizio su un settimanale francese, fino a una serata a Roma condita da libagioni a base di grappa. Senza contare la presenza proprio di Musk all'Italian Tech Week (organizzata dalla Vento di Exor) alle Ogr di Torino nel 2022. Folklore a parte, il finanziere Elkann - prima dell'industriale - guarda attentamente ai rapporti con i giganti del Tech e non è un caso che, tra i vari investimenti di Exor, ci sia una quota proprio di azioni della Tesla.
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