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la battaglia per le poste

Doccia gelata dal Tar Piemonte: gli uffici postali di Torino restano chiusi. Ma c'è ancora una speranza

Confermata la chiusura degli uffici postali per i quali il Comune di Torino aveva presentato ricorso. Il sindaco: «Dispiaciuti ma determinati a tutelare i torinesi»

Doccia gelata dal Tar Piemonte: gli uffici postali di Torino restano chiusi. Ma c'è ancora una speranza

Doccia gelata dal Tar Piemonte: gli uffici postali di Torino restano chiusi. Ma c'è ancora una speranza

Restano chiusi i 5 uffici postali di Torino ma la speranza di vederli riaprire non è ancora svanita.

I giudici del Tar Piemonte hanno quindi confermato la decisione presa lo scorso 16 dicembre, quando con un inaspettato dietrofront rispetto al decreto di pochi giorni prima, avevano accolto la richiesta di Poste Italiane di procedere alla chiusura degli uffici postali di di via Nizza 88, via Guicciardini 28, via Verres 1/A, corso Casale 196 e via alla Parrocchia 3/A. Di fatto, il Tar aveva quindi detto «no» al Comune di Torino, che invece aveva chiesto di bloccare la chiusura dei 5 uffici postali. Oggi, è arrivata la conferma: gli uffici resteranno chiusi, ma la speranza di salvarli non è ancora del tutto accantonata. La decisione definitiva infatti deve ancora arrivare e, nel frattempo, gli avvocati del Comune hanno presentato ulteriore materiale a sostegno delle tesi dell'Ente.

Pur riconoscendo l’interesse di carattere generale per popolazione locale che il servizio postale riveste e la necessità da parte del Comune di tutelare un presidio di interesse della comunità cittadina, il Tribunale amministrativo non ha per il momento ritenuto che la decisione assunta debba essere sospesa. Un primo provvedimento che ancora non mette la parola fine al ricorso presentato dalla Città, per il quale si dovrà ancora attendere il pronunciamento definitivo del Tribunale nel merito.

«Una decisione che - dichiara il sindaco Stefano Lo Russo – ci lascia dispiaciuti ma determinati a proseguire la strada intrapresa a tutela degli interessi coinvolti. Non sono state riconosciute ragioni per sospendere il provvedimento ma confidiamo che in sede di sentenza definitiva i giudici riconoscano come questa decisione stia di fatto privando tante cittadine e tante cittadini di un servizio fondamentale di prossimità. Quello postale è un servizio primario per la comunità e gli uffici presenti nei quartieri svolgono anche una funzione di presidio sul territorio. Il nostro obiettivo resta quello di tutelare l’interesse delle torinesi e dei torinesi, che non devono veder scomparire un servizio importante a causa di logiche guidate primariamente da criteri economici».

Attualmente a Torino si contano 66 uffici postali attivi, oltre ai 5 "in bilico", 14 dei quali aperti fino alle 19.05. «In Piemonte - sottolineano da Poste - ad oggi gli uffici postali sono 1.376 e dal 2018 Poste Italiane ha mantenuto costante la presenza sul territorio, valorizzando la presenza nei piccoli Comuni ponendosi come unica alternativa per l’offerta di servizi».

Per salvare gli uffici si erano mossi anche i sindacati: Slc Cgil Piemonte, Cgil Torino e Spi Torino avevano inviato una lettera addirittura al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per sottolineare le gravi conseguenze che la chiusura avrà sulle comunità locali. Gli uffici postali, si legge nella lettera, «non sono meri luoghi di erogazione di servizi, ma rappresentano presìdi di legalità, spazi di prossimità sociale e riferimenti essenziali, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione, quali anziani, persone con disabilità e cittadini che vivono in aree periferiche o svantaggiate».

Oltre a quelle dei sindacati e del Comune, restano quindi per ora inascoltate anche le proteste dei residenti, in particolare in corso Casale e a Cavoretto dove erano anche state organizzate delle petizioni che avevano raccolto centinaia di firme per chiedere di non chiudere gli uffici postali. Per loro rimane in piedi solo una piccola "consolazione": Poste Italiane aveva infatti accettato di prendere in esame l'ipotesi di installare nuovi sportelli automatici Postamat e predisporre i “PuntoLIS”, ovvero un punto di appoggio presso altre tipologie di negozi, come tabaccherie e farmacie, dove sarà possibile accedere a servizi postali di base. Al momento, sono già 650 i PuntoLIS attivi a Torino in tabaccai, edicole, supermercati, bar, cartolerie.

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