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11 Gennaio 2025 - 09:45
Valeria Piovano aveva 55 anni ed è morta dopo un malore al capolinea del 12
Sei ore e mezza di lavoro. Che a fine giornata diventano molte di più. Questa, la vita da autista, quella dei conducenti del Gtt a Torino. La morte, a causa di un malore improvviso sul posto di lavoro (l’autobus che stava guidando) di Valeria Piovano martedì scorso, riapre ora il dibattito sulle condizioni di lavoro dell’intera categoria. Dopo la tragedia della 55enne conducente, c’era stata la levata di scudi di parecchi sindacati, come Faisa-Cisal e Uil Trasporti, che chiedevano a gran voce «un miglioramento concreto delle condizioni di lavoro». Ma come sono, a Torino, le condizioni di chi deve lavorare a bordo dei nostri mezzi pubblici? I problemi sono parecchi, come racconta un giovane conducente, 31 anni, in azienda dal 2022. «I turni sono da sei ore e mezza, ma tra cambi ai colleghi, traffico e imprevisti vari, nessuno rispetta questi orari. Se si esce di casa alle sette del mattino, si rientra solo alle 19.30».
Ma le criticità per chi ogni giorno deve guidare bus e tram non finiscono qui, soprattutto per le nuove leve. «Una volta c’era l’affiancamento, quando si iniziava a lavorare c’era un autista più esperto che seguiva quello giovane. Ora le linee bisogna impararle facendo un semplice corso». Finita qui? A quanto pare no, perché addirittura ci sono conducenti che dormirebbero all’interno delle loro auto, davanti al deposito, per risparmiare tempo tra la fine di un turno serale e l’inizio di quello del mattino. Succede, ad esempio, a chi abita a troppa distanza dal deposito dove presta servizio. Valeria Piovano, che in Gtt era entrata nel 2008, era al Gerbido. Chi la conosceva (e ieri ha partecipato ai suoi funerali anche grazie a Gtt che ha messo a disposizione un bus per il cimitero) la descrive come una grande lavoratrice. «Ma Valeria di straordinari ne faceva parecchi, forse troppi», rivelano un paio di suoi colleghi. Valeria Piovano è deceduta a causa di un malore improvviso, ma negli ultimissimi tempi problemi di salute li hanno avuti anche altri autisti. Due dipendenti Gtt in servizio al deposito Nizza, a dicembre, si sono sentiti male.
Ci sono poi da considerare ulteriori aspetti, come ad esempio il fatto che non sempre i mezzi vengano correttamente manutenuti (ma questo è anche un problema di mancanza di forza lavoro e di pezzi di ricambio) e che spesso chi guida debba usare i bagni dei bar, pagando il caffè, perché non tutti i capolinea hanno i servizi igienici. «E siamo pure senza buoni pasto, c’è solo la mensa in deposito. Lo stipendio? Intorno ai 1500 euro mensili», raccontano i conducenti.
Gtt, dal canto suo, giusto un paio di mesi fa cercava volontari disposti a guidare i mezzi “per migliorare il servizio di trasporto e rispondere con sempre maggiore efficienza alle esigenze dei cittadini”, recitava la circolare del 17 ottobre scorso. Ma chi ogni giorno si mette alla guida dei bus assicura: «Nessuno vuole più fare questo mestiere».
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