Cerca

IL CASO

Fugge dalla moglie che lo perseguita: nascosto nella pizzeria di Mara Favro

Il titolare del locale: "Le cose non stanno così"

Fugge dalla moglie che lo perseguita: nascosto nella pizzeria di Mara Favro

Vincenzo Milione

«Aiuto, il mio compagno Ion è stato sequestrato in pizzeria: Vincenzo Milione non lo lascia tornare a casa». Con queste parole Liuba, una donna moldava di 31 anni, lancia un appello accorato che coinvolge la figura di Vincenzo Milione, noto titolare della pizzeria Don Ciccio di Chiomonte. Il locale, infatti, è al centro delle indagini per la scomparsa di Mara Favro, la donna che è sparita misteriosamente la notte dell’8 marzo 2023. Liuba accusa Milione di impedire al suo compagno di tornare a casa, sostenendo che l’uomo sia stato plagiato dal titolare del ristorante. «Anche io ho lavorato lì due mesi e non mi hanno pagata. Il mio compagno non torna a casa perché Milione glielo impedisce».

Liuba con Ion

Alla fine di luglio, la donna aveva presentato un esposto alla Guardia di Finanza di Susa, riferendo difficoltà economiche e familiari: «Abbiamo anche una figlia, Ion non mi passa i soldi per la bambina e sono sicura che qualcosa non va, parlare con lui al telefono è impossibile», aggiunge. Dal canto suo, Vincenzo Milione respinge tutte le accuse. L’uomo ha chiarito la sua posizione: «La donna è stata regolarmente pagata. Mio padre le ha versato dei soldi e ho le ricevute». In merito alle altre accuse, Milione ammette di ospitare Ion, ma precisa: «Ion non vuole tornare a casa e non lavora per me, lo sto solo aiutando. Liuba mi minaccia, recentemente mi ha detto che mi avrebbe reso il 2025 un inferno. L’ho denunciata ai carabinieri di Susa: mi manda diversi messaggi pieni di insulti, mi cerca in continuo: ma è Ion a non voler tornare a casa. Sto combattendo per le indagini su Mara Favro e l’ultima cosa che mi serve sono altre accuse». Ion, intervistato in videochiamata, prende le distanze dalle accuse di Liuba e offre la sua versione dei fatti. «Mi dispiace non mandare soldi a casa per la bambina: sono senza permesso di soggiorno e Luca mi sta aiutando con i documenti. Ma quello che dice Liuba sono bugie».

Ion racconta della relazione difficile con la compagna: «Mi minacciava, diceva che si sarebbe fatta dei tagli con un coltello e mi avrebbe dato la colpa». L’uomo, poi, descrive un isolamento forzato, dove Liuba lo controllava costantemente, arrivando a chiamare insistentemente i datori di lavoro per verificare che fosse davvero impegnato. «Tutti mi mandavano via perché non volevano avere a che fare con una matta e così io perdevo il lavoro dopo pochi giorni di prova». Il titolare della pizzeria non si sorprende che Liuba si rivolga ai media: «La mia coscienza è a posto. Ion è un amico: nel periodo più nero, l’unico che mi è stato vicino».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.