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Economia
24 Gennaio 2025 - 14:10
La crisi dell'automotive - che ha picchiato duro sui conti del Piemonte - e lo spettro dei dazi agitano le acque nella finanza regionale. Analisti e attori dei diversi settori economici guardano al 2025 cercando di capire l'impatto delle situazioni industriali - di Stellantis in primis - e politica, a partire dall'economia dell'amministrazione Trump che andrebbe a colpire anche il nostro export. Ma quanto vale, per il Piemonte, l'export? E come si prospetta il 2025?
Per rispondere a queste domande bisogna analizzare il Monitori dei Distretti del Piemonte, elaborato dal Research Department di Intesa Sanpaolo, che basandosi sui primi nove mesi del 2024 consente di individuare un trend anche per il 2025, partendo dalla capacità di resilienza dell'economia stessa. Quindi, nei primi nove mesi del 2024, le esportazioni dei distretti piemontesi hanno raggiunto un valore complessivo di 9,6 miliardi di euro, registrando una crescita dell'1,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, pari a un incremento di 167 milioni di euro. Questo risultato positivo si è manifestato in tutti e tre i trimestri, con aumenti progressivi dell'1,1%, 1,5% e 2,6%.
I distretti piemontesi hanno dimostrato una resilienza superiore rispetto all'andamento complessivo dell'economia regionale e del settore manifatturiero, che hanno registrato cali rispettivamente del 3,7% e del 3,5%, fortemente influenzati dalla crisi del settore automobilistico di Torino. Anche nel confronto con la media dei distretti italiani, che hanno chiuso il periodo con un modesto incremento dello 0,6%, i distretti piemontesi si distinguono per il loro dinamismo.
Le esportazioni distrettuali piemontesi sono cresciute sia verso i mercati emergenti (+1,7%), grazie alla spinta di Hong Kong e degli Emirati Arabi Uniti, sia verso i mercati maturi (+1,8%), con performance particolarmente positive negli Stati Uniti, Danimarca, Irlanda, Regno Unito e Germania. La Francia si conferma il primo mercato di sbocco, con un aumento dello 0,9% e una quota del 13% sul totale delle esportazioni regionali. Tuttavia, contrazioni significative hanno interessato Svizzera, Cina e Belgio, con diminuzioni superiori a 20 milioni di euro ciascuno.
Il settore agroalimentare si conferma trainante, con un aumento delle esportazioni del 5,7%. Tra i protagonisti:
Dolci di Alba e Cuneo: crescita continua e a doppia cifra (+18,6%, pari a 234 milioni di euro).
Caffè, confetterie e cioccolato torinese: incremento del 7,7% (+51,1 milioni di euro).
Riso di Vercelli: esportazioni quasi stabili (-0,2%).
Vini delle Langhe, Roero e Monferrato: lieve calo dell'1,6% (-23,8 milioni di euro).
Nocciola e frutta piemontese: forte contrazione del 16,1% (-36,9 milioni di euro), condizionata da una produzione ridotta e costi crescenti.
Il comparto della meccanica ha mostrato una stabilità complessiva, con andamenti eterogenei:
Frigoriferi industriali di Casale Monferrato: crescita del 30,8% (+71,5 milioni di euro).
Macchine utensili e robot industriali di Torino: flessione marginale dello 0,7% (-5,2 milioni di euro).
Rubinetteria e valvolame di Cusio-Valsesia: calo del 4,1% (-48,5 milioni di euro).
Macchine tessili di Biella: significativa diminuzione del 19% (-17,2 milioni di euro).
Tessile di Biella: in calo del 3% (-51,7 milioni di euro), penalizzato dalla debolezza del sistema moda e dal rallentamento della filiera del lusso.
Oreficeria di Valenza: stabilità sui livelli del 2023 (+0,1%, pari a 1,3 milioni di euro).
Casalinghi di Omegna: performance negativa (-14,5%, pari a -7,3 milioni di euro).
Polo aerospaziale del Piemonte: crescita del 6,3% (+60 milioni di euro), con il 95% delle esportazioni concentrato su cinque Paesi.
Polo ICT di Torino: flessione del 7,7% (-53 milioni di euro).
Stefano Cappellari, Direttore Regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna, ha sottolineato l'importanza della diversificazione dei mercati e della flessibilità produttiva per affrontare le sfide globali. Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione 10 miliardi di euro per supportare la transizione verso la sostenibilità, la digitalizzazione e lo sviluppo internazionale, con un focus particolare sui progetti ESG. Dal lancio delle linee di finanziamento S-Loan e Circular Economy, sono stati erogati 660 milioni di euro per incentivare pratiche sostenibili.
Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, una crescita diffusa dei distretti piemontesi è prevista nel 2025, trainata dalla riduzione dell'inflazione e dal calo dei tassi di interesse, che favoriranno una ripresa più marcata, soprattutto in Europa. Ma le incognite restano le stesse: il piano di Stellantis per gli stabilimenti italiani, a partire da Mirafiori, sarà sufficiente per una ripresa dell'automotive, soprattutto in considerazione che la Fiat 500e, prodotta a Torino, ha sempre puntato sui mercati esteri? Così come gran parte di altre lavorazioni dello storico stabilimento, come le trasmissioni eDct che servono all'interno Gruppo. E poi la questione dazi che, a sua volta, si accompagna a un altro interrogativo: la "promessa" di Trump di incentivi o defiscalizzazioni fino al 16% per chi produce in America potrebbe spingere imprese italiane alla delocalizzazione?
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