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Politica
03 Febbraio 2025 - 19:00
Maggiore efficienza o "spezzatino"? Il futuro del Parco della Salute continua a infiammare il dibattito politico in Regione, soprattutto - al momento - per quanto riguarda Sant'Anna e Regina Margherita, da staccare dall'attuale Città della Salute per diventare una azienda autonoma, arricchita da una "torre" che allargherebbe l'ospedale infantile.
Il dibattito si è infiammato nella seduta della Commissione Sanità del Consiglio Regionale, dove l'assessore Federico Riboldi ha presentato gli sviluppi sul controverso progetto. Riboldi ha sottolineato l'efficienza clinica e il potenziale risparmio derivante dalla gestione unificata delle aziende ospedaliere - ossia Sant'Anna e Regina Margherita - attraverso l'utilizzo di servizi orizzontali condivisi, come la gestione del personale e altri servizi non clinici. "Avere un’unica struttura con due aziende è più agile e efficiente dal punto di vista clinico", ha affermato, evidenziando come tale modello non comporti un aumento dei costi e possa addirittura generare risparmi da reinvestire nel sistema sanitario.
Tuttavia, non mancano le critiche, in particolare da parte del gruppo regionale del Partito Democratico, che ha espresso forti preoccupazioni. La capogruppo Gianna Pentenero, assieme ai consiglieri Daniele Valle, Monica Canalis e Nadia Conticelli, ha definito il percorso verso la realizzazione del Parco come "sempre più in salita". Secondo i democratici, la gestione frammentata del progetto rappresenta una scelta errata, aggravata da un ruolo ritenuto eccessivamente ottimistico dell'Inail, vista come una "bacchetta magica pronta a finanziare qualsiasi iniziativa regionale". Nonostante i sette anni di amministrazione Cirio, lamentano, non si è ancora visto alcun progresso tangibile come un "mattone targato Inail".
Gli esponenti del Partito Democratico sono particolarmente critici verso la proposta di accorpare le aziende ospedaliere Sant'Anna e Regina Margherita in un'unica entità separata dalla Città della Salute. Tale decisione, temono, potrebbe costituire "un passo indietro significativo nel campo della salute femminile e neonatale, minando l'assistenza in ambiti cruciali come la ginecologia, la neonatologia e l'ostetricia". Hanno avvertito che la fusione delle strutture potrebbe indebolire la risposta sanitaria alle gravidanze ad alta complessità, che sono in aumento a causa dell'età avanzata delle partorienti e degli sviluppi scientifici che consentono alle donne con patologie di affrontare una gravidanza.
L'assessore Riboldi, dal canto suo, ha concluso ribadendo la natura sovraterritoriale del Parco della Salute, inteso come un punto di riferimento non solo per Torino e il Piemonte, ma per tutto il territorio nazionale. La discussione è destinata a proseguire, con ulteriori approfondimenti in programma nella quarta Commissione.
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