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I mali della sanità
04 Febbraio 2025 - 08:30
Cosa spinge un numero così elevato di infermieri a lasciare il servizio sanitario pubblico italiano? Perché da eroi, come giustamente li abbiamo chiamati tutti nel periodo pandemico, sono oggi dimenticati? Sono domande che si pongono in molti, soprattutto alla luce dei dati allarmanti che emergono dal rapporto di "Nursing Up", il sindacato che rappresenta la categoria. Nel 2024, oltre 20mila infermieri hanno abbandonato le corsie degli ospedali pubblici, segnando un aumento del 170% rispetto all'anno precedente. Un esodo che non ha precedenti nella storia della sanità pubblica italiana e che rischia di compromettere seriamente il sistema sanitario nazionale.
UN APPELLO PER IL CAMBIAMENTO
Di fronte a questa situazione critica, è essenziale un intervento deciso da parte delle istituzioni. A una nostra domanda, nell'intervista pubblicata giorni fa, l'assessore alla Sanità Federico Riboldi ha detto che "non è possibile mettersi a fare concorrenza alla Svizzera sulle retribuzioni". Ma, paghe a parte, resta fondamentale un concetto: migliorare le condizioni di lavoro e aumentare le retribuzioni sono passi fondamentali per fermare l'emorragia di personale e garantire un futuro sostenibile alla sanità pubblica italiana. Senza un cambiamento radicale, il rischio è che l'esodo degli infermieri continui, compromettendo ulteriormente la qualità delle cure e la salute dei cittadini.
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