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La PROTESTA

Lavoratori in rivolta: Gurit Volpiano delocalizza in Cina, in 56 a rischio licenziamento

Lo sciopero davanti all'Unione Industriale di Torino: "Lavoro c'è, vogliono solo andarsene"

Lo sciopero dei lavoratori davanti all'Unione Industriale di Torino

"Gurit Volpiano chiude! É troppo costosa dicono... e noi tutti licenziati". Così recita uno dei cartelli di protesta del presidio portato avanti questa mattina dai lavoratori dell'azienda.

Ad annunciare la chiusura dello stabilimento, l'amministratore delegato Gabriele Bortolotto: la Gurit Italy chiuderà entro aprile. Ora 56 lavoratori (su 64) rischiano il licenziamento. 

Immediata la protesta: dopo un primo sciopero, venerdì scorso, davanti i cancelli della fabbrica, questa mattina i lavoratori protestano davanti l'Unione Industriale di Torino. 

Un caso particolare, visto che mentre i dipendenti scioperano "in cortile", all'interno dell'edificio si tiene il convegno dei commercialisti. 

La multinazionale svizzera ha deciso di delocalizzare in Cina, citando un drastico calo delle commesse e la crescente concorrenza cinese, oltre ai costi energetici elevati nel nostro paese. 

Fino a poche settimane fa, la fabbrica – specializzata nella produzione di componenti per pale eoliche – non mostrava segnali di crisi. Poi la doccia gelata comunicata tramite una Pec.

Uno dei lavoratori ha dichiarato: "Il lavoro c'è, gli ordini ci sono... l'azienda vuole solo delocalizzare". 

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