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Sanità

Piemonte senza infermieri: 6.000 posti vacanti. Servono misure urgenti per garantire la qualità delle cure

Per rispettare gli impegni con la Regione mancano ancora 350 infermieri, ma il fabbisogno reale è ben più ampio

Piemonte senza infermieri: 6.000 posti vacanti. Servono misure urgenti per garantire la qualità delle cure

La carenza di infermieri in Piemonte continua a rappresentare una grave emergenza. Nonostante l’accordo con la Regione siglato due anni fa, che prevedeva l’assunzione di 1.500 infermieri, attualmente mancano ancora 350 unità per rispettare gli impegni presi. Tuttavia, come denuncia Claudio Delli Carri, segretario regionale di Nursing Up, il fabbisogno reale è ben maggiore: “La carenza complessiva si stima tra i 6.000 e i 7.000 infermieri”.

Durante l’incontro con l’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte, Delli Carri ha sottolineato la necessità di un intervento urgente. “Abbiamo ribadito alla Regione la necessità di procedere con nuove assunzioni in tempi rapidi per colmare almeno il gap degli impegni presi, ma servono soluzioni di lungo periodo per affrontare il vero problema: il sistema sanitario piemontese ha bisogno di un piano di assunzioni continuativo e strutturato.”

Nursing Up ha sollecitato l’introduzione di nuove classi concorsuali per infermieri e OSS, affinché le aziende sanitarie possano attingere rapidamente dalle proprie graduatorie per accelerare le assunzioni. “È un primo passo, ma non basta. Serve un meccanismo più snello ed efficiente per il reclutamento del personale,” ha dichiarato Delli Carri, aggiungendo: “Il Piemonte non può più permettersi di ignorare questa emergenza. Servono misure concrete e immediate, perché senza infermieri la tenuta del sistema sanitario è a rischio.”

Un altro tema cruciale rimane la mobilità tra le aziende sanitarie, soprattutto per gli infermieri che devono affrontare spostamenti estenuanti. “Troppi infermieri sono costretti a spostamenti estenuanti. La Regione deve prevedere strumenti che agevolino la mobilità interna, perché una migliore organizzazione del personale incide direttamente sulla qualità delle cure,” ha spiegato il segretario del sindacato.

La questione economica si rivela un altro ostacolo per trattenere gli infermieri in Piemonte. Delli Carri ha evidenziato come la Valle d’Aosta stia cercando di attrarre professionisti con un’indennità di 500 euro al mese per ogni infermiere. “Se il Piemonte non prevede misure simili, rischiamo di vedere un’ulteriore fuga di professionisti verso altre regioni o addirittura all’estero,” ha avvertito, sottolineando l’importanza di rendere la professione infermieristica più attrattiva anche dal punto di vista economico.

Un’altra proposta avanzata da Nursing Up è l’istituzione di squadre di trasporto dedicate all’interno degli ospedali. Queste squadre si occuperebbero degli spostamenti interni dei pazienti, alleggerendo il carico di lavoro degli infermieri e permettendo loro di concentrarsi esclusivamente sulle attività sanitarie. “Troppo spesso gli infermieri sono costretti a occuparsi anche della logistica degli spostamenti interni, sottraendo tempo ed energie all’assistenza diretta,” ha sottolineato Delli Carri, aggiungendo che l’organizzazione del personale deve essere ottimizzata per migliorare la qualità delle cure.

Infine, durante l’incontro, Nursing Up ha chiesto chiarimenti sulla strategia di reclutamento degli infermieri stranieri. Tuttavia, la Regione non ha fornito risposte in merito. “Su un tema così delicato servono maggiore concretezza e soprattutto maggiore trasparenza. Questa è una questione che può creare scompensi all’interno del sistema sanitario e avere un impatto diretto sulla qualità delle cure,” ha concluso Delli Carri.

La situazione in Piemonte richiede interventi tempestivi per evitare che la carenza di infermieri diventi un ostacolo insormontabile per il sistema sanitario regionale. 

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