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17 Febbraio 2025 - 21:45
In via Livorno si è tenuta l'assemblea di Legacoop Piemonte
Crescono il fatturato e l'occupazione, ma serve più attenzione al Welfare. «Facciamo un appello alla Regione: siamo importanti tanto quanto l'automotive, per cui se sono stati trovati 20 milioni per quel settore, le risorse devono trovarle anche per noi», dichiara Dimitri Burzio, presidente di Legacoop Piemonte. Quattrocentosessanta imprese associate, oltre 760mila soci e 36mila addetti. Il tutto con un valore della produzione che nel 2023 si è attestato a 5,2 miliardi, pari al 3,8% del Pil piemontese. Sono i dati presentati oggi, lunedì 17 febbraio, in via Livorno nel corso dell'annuale analisi con cui l'associazione Legacoop Piemonte fotografa lo stato di salute attuale delle proprie cooperative.
Uno stato di salute buono per la maggior parte delle imprese cooperative aderenti, ma ci sono preoccupazioni legate all'incertezza politica ed economica, nazionale e mondiale. Nel triennio 2021-2023 una cooperativa su due ha chiuso con un risultato positivo tutti gli esercizi, permettendo così di arrivare a una crescita complessiva del 5% del patrimonio netto delle associate. Inoltre, le cooperative hanno fatto registrare un valore della produzione in aumento per oltre il 60%, mentre il dato è rimasto stabile per circa il 20%. Le imprese di Legacoop dichiarano di avere una liquidità adeguata a sostenere gli investimenti, ma la preoccupazione per l'allungamento dei tempi di pagamento e i relativi maggiori oneri finanziari rischia di bloccare la domanda nel corso del 2025. Nella seconda metà del 2024 una cooperativa su tre ha assunto nuovo personale e questo trend proseguirà anche nei prossimi mesi. L'81% dei lavoratori e lavoratrici è assunto a tempo indeterminato, la metà degli occupati ha tra i 30 e i 50 anni e oltre il 70% sono donne. «Ma senza il supporto di politiche pubbliche gli interventi sono a rischio e questo penalizzerebbe soprattutto le fasce più povere della popolazione. E' necessario dunque un investimento in alcuni settori chiave come il Welfare e i servizi», afferma ancora Buzio. «La gente ha fame di case - prosegue - e le cooperative di abitazione possono dare risposte in tempi rapidi a questo diritto ma il bando regionale per l'edilizia convenzionata è fermo da anni e non si riesce a sbloccarlo. Mentre dal punto di vista di Welfare e assistenza a fronte di un aumento del 18% dei costi per la rivalutazione contrattuali dei lavoratori del settore la Regione si è impegnata ad aumentare dell'11% il suo contributo in tre anni».
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