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Indagato per violenza

Fotografo di Torino patteggia dieci mesi per violenza sessuale

L'uomo si era spogliato totalmente davanti alla vittima, alla quale aveva chiesto di togliersi le mutande

Fotografo di Torino patteggia dieci mesi per violenza sessuale

Un fotografo, noto per immortalare cantanti e artisti famosi durante festival e concerti, ha patteggiato dieci mesi di carcere con pena sospesa per violenza sessuale. La sentenza, emessa il 18 febbraio, prevede anche un risarcimento di 2.000 euro alla vittima, una modella di 35 anni, che ha scelto di non costituirsi parte civile.

L'episodio risale a maggio 2023, quando la modella, amica di vecchia data del fotografo, accetta di posare per lui per arricchire il suo portfolio. In cambio, le viene offerto un rimborso spese di 100 euro. La donna ha raccontato di essere stata sorpresa dal fotografo mentre si cambiava in bagno, costringendola a mandarlo via. Successivamente, l'uomo l'avrebbe colpita sul sedere e toccato il seno, giustificando il gesto con la necessità di verificare la presenza di protesi. "Ero agitata", confessa la vittima.



Il culmine della tensione si raggiunge durante l'ultimo scatto, quando la modella indossa una lunga camicia da uomo. Il fotografo le chiede di togliersi le mutandine per evitare che si vedano nelle foto. Lei, seppur riluttante, esegue. Ma la situazione precipita quando l'uomo si spoglia completamente, avvicinandosi a lei. "Ero allibita e scioccata", ricorda la donna, che cerca di mantenere la calma per evitare di provocare una reazione violenta. Finito il set, la modella torna a casa, ma l'incubo non è finito: riceve foto intime non richieste dal fotografo, un gesto che la spinge a confidarsi con alcune amiche e a sporgere denuncia.


Dall'altra parte, l'avvocato del fotografo, Marco Latella, sottolinea che il patteggiamento non equivale a un'ammissione di colpa. "La violenza non si è mai consumata e il mio assistito non ha commesso ciò di cui è accusato", afferma Latella, spiegando che il suo cliente ha scelto di patteggiare per chiudere rapidamente la vicenda e minimizzare le ripercussioni sulla sua vita personale e professionale. La modella ha deciso di devolvere il risarcimento ricevuto a un'associazione benefica che si occupa di violenza. 

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