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Finanza & Lavoro
25 Marzo 2025 - 22:20
Una volta bastava saper leggere un bilancio, conoscere i multipli di valutazione e parlare un buon inglese. Oggi non è più così. Chi vuole lavorare nella finanza – che sia in una banca d’investimento, una fintech, un fondo ESG o un istituto regolatore – deve muoversi in un ecosistema in rapida trasformazione, dove dati, tecnologia, sostenibilità e nuove normative stanno riscrivendo le regole del gioco.
La finanza di oggi non è più quella di ieri. E per molti, non è nemmeno quella che si aspettavano.
Secondo un recente report di LinkedIn (Future of Skills 2024), tra le 10 hard skill più richieste nel settore finanziario compaiono oggi analisi dei dati, intelligenza artificiale, cybersecurity e gestione del rischio ESG. La Banca Centrale Europea, in un documento pubblicato a fine 2023, ha indicato la necessità per gli operatori finanziari di “integrare solidi modelli predittivi basati su dati real-time”, soprattutto per rispondere agli stress test legati alla transizione ecologica e digitale.
I recruiter confermano: i profili più ricercati non sono più soltanto analisti tradizionali, ma data scientist con competenze finanziarie, esperti di normativa sostenibile, professionisti ibridi capaci di coniugare linguaggio tecnico, visione etica e padronanza digitale.
Chi non sa usare Python, SQL, Power BI o Tableau rischia di restare indietro. L’analista moderno lavora su dataset, modella scenari, interroga database, crea visualizzazioni interattive. Anche chi si occupa di compliance, audit o risk management deve ormai saper leggere dati come un data analyst.
Le normative europee come SFDR, CSRD e EU Taxonomy obbligano le imprese a rendicontare impatti ambientali, sociali e di governance. Questo ha creato una domanda crescente di figure specializzate in finanza sostenibile: ESG analyst, sustainability officer, climate risk advisor. Lavorare nella finanza oggi significa anche capire cosa c’è dietro a un green bond o a un portafoglio impact.
Blockchain, smart contract, intelligenza artificiale generativa e fintech stanno ridisegnando l’intermediazione finanziaria. Si moltiplicano le posizioni ibride: crypto compliance officer, DeFi risk analyst, AI model validator. Anche figure più tradizionali devono aggiornarsi per comprendere il rischio sistemico derivante da questi nuovi strumenti.
Banca d’Italia, Consob ed EBA stanno digitalizzando processi e controlli. I RegTech, strumenti per automatizzare la conformità normativa, stanno creando un nuovo mercato. Serve chi conosce diritto finanziario, ma anche NLP, AI e automazione documentale.
Pensiero critico, comunicazione efficace (anche da remoto), gestione del tempo e capacità di adattarsi al cambiamento sono competenze chiave. La finanza è sempre più trasversale e richiede figure capaci di muoversi tra numeri, parole e strategie.
Il consiglio degli esperti? Formazione continua e multidisciplinare. Non basta una laurea in Economia. Servono corsi mirati (online o master), certificazioni (come CFA, ESG Analyst, Fintech Certificate) e la capacità di costruire un profilo coerente su piattaforme come LinkedIn.
Chi ha studiato filosofia, ingegneria o scienze ambientali può trovare spazio nella finanza se sviluppa le giuste skill. Il settore, oggi più che mai, premia l’ibridazione dei saperi.
Chi entra oggi nella finanza non troverà solo mercati, indici e derivati. Troverà scenari in continua evoluzione, dove ogni decisione – da un algoritmo di credito a una valutazione ESG – può avere impatti profondi su persone, imprese e interi sistemi economici.
Lavorare nella finanza oggi significa capire il presente per modellare il domani. E per farlo, serve più di un bel CV.
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