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La proposta

Museo Egizio e nuovo parco in periferia a Torino? «Creiamo un ponte fra Po e Nilo»

L'idea è emersa alla firma del Piano Città tra Comune e Agenzia del Demanio

Museo Egizio e nuovo parco in periferia a Torino? «Creiamo un ponte fra Po e Nilo»

«All'ex Manifattura Tabacchi può nascere un polo culturale accanto a un grande "parco fluviale". Pensiamo a un "ponte" dal Po al Nilo, con un deposito museale aperto e che parla alla città: così Torino cambia davvero volto».

Per ora è solo un'idea, poco più che un sogno: il raddoppio del Museo Egizio insieme a residenze universitarie, archivi, laboratori e aree verdi. Ma il direttore dell'Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, ce l'ha ben chiaro in testa. E ne ha parlato proprio stamattina con il sindaco Stefano Lo Russo, una proposta concreta e lanciata appena prima della firma del Piano Città degli immobili pubblici di Torino. L'obiettivo è proprio la rigenerazione degli edifici di proprietà del Demanio, ente cui sono affidate centinaia di proprietà pubbliche in giro per l'Italia: «Torino sta cambiando molto grazie agli interventi pubblici, con i cantieri del Pnrr che sono tutti avviati - spiega il primo cittadino - Poi è normale che ci siano disagi e ritardi, come quando si ristruttura una casa. Stiamo andando avanti con il nuovo Piano regolatore, con l'obiettivo di portare il progetto preliminare in Consiglio comunale entro dicembre. In questo ragionamento si inserisce l'accordo con il Demanio: è un protocollo che ci permetterà di raccogliere le idee e collaborare con l'obiettivo di valorizzare gli edifici».

Tra gli immobili più importanti, il complesso della basilica di Superga, dove dovrebbero nascere servizi per pellegrini e turisti. Poi l'ex caserma Amione di piazza Rivoli, dove «a ottobre» partiranno i lavori per far nascere la cittadella della pubblica amministrazione; l'ex magazzino di artiglieria Mar.Di.Chi. di via Bologna, per cui «ci sono due privati interessati e presto lo metteremo a bando puntando sulla destinazione produttiva».

Ma l'immobile più avanti è quello dell'ex Manifattura Tabacchi, su cui è già impostato un progetto . Dal Verme aggiorna sulla situazione in questo momento e sulle prospettive: «Dopo la gara europea, abbiamo affidato l'incarico per il progetto di fattibilità tecnico-economica ed entro l'estate partirà la gara per le demolizioni, con l'obiettivo di partire con i lavori prima della fine dell'anno. Intanto firmeremo i contratti per definire nel dettaglio cosa fare nella struttura: si può partire da depositi e archivi di Stato, per cui abbiamo già un accordo. Ma stiamo valutando cosa mettere in più: vorremmo portare l'Università e le residenze universitarie, per esempio». Ma il direttore dell'Agenzia va oltre e ipotizza anche «birrerie, ristoranti, spazi per eventi grazie a un bando di partenariato, cui speriamo di aggiungere fondi del Ministero dell'Università». E l'idea del museo, cui si aggancia un nuovo parco grazie alla vicinanza con l'ex Fimit, immobile comunale che si trova proprio fra la Manifattura e il Po: «Vogliamo inserirlo nel progetto, creando lì degli spazi a verde e istituendo 23 ettari di "parco fluviale" a servizio del grande polo culturale che nascerà. Vogliamo portare anche spazi e laboratori museali». Dal Verme non dice a quale museo si riferisce perché «il sindaco deve dirmi di sì, gliene ho parlato stamattina». Ma qualcosa lo lascia intendere, parlando di «sguardo dal Po al Nilo». E fa l'esempio dell'area di Scafati, vicino a Pompei, dove ci sono «13 ettari da aprire per far respirare la cultura e costruire alberghi e altre attività turistiche che fanno vivere l’esperienza degli scavi archeologici». 

Secondo la dirigente del Demanio, è un'opportunità unica anche per Torino: «Se si realizza questo progetto, diamo un nuovo volto a Torino: è un punto di svolta per la città industriale che diventa città dello sviluppo, digitale e culturale. Intanto partiamo con delle idee e una visione complessiva, poi assicuro che le risorse economiche si trovano». Tradotto, il Museo Egizio, da sempre alla disperata ricerca di spazi, potrebbe raddoppiare in corso Regio Parco. E parallelamente si torna a parlare del "museo dei musei" che una volta era previsto al Palazzo del Lavoro di corso Unità d'Italia (che non rientra in questi ragionamenti perché di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti). 

A proposito di immobili comunali, "in ballo" ci sono anche le caserme dei vigili del fuoco di corso Regina Margherita e del Lingotto: «Hanno entrambe bisogno di interventi importanti di ristrutturazione - interviene la vicesindaca Michela Favaro, che ha la delega al Patrimonio - Dobbiamo capire cosa fare e quale futuro dare agli stabili».

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