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Rumors & Finanza
30 Marzo 2025 - 14:41
Se l'auto (elettrica) sembra alla frutta, John Elkann si fa... il caffè. O almeno la moka. Spunta anche Exor nell'operazione che potrebbe salvare la storica Bialetti (è stata fondata nel 1919), l'azienda di Omegna, nel verbano, a un passo dal naufragio. E a riportare in auge la moka dell'omino con i baffi c'è anche Hermés.
La notizia diffusa nella giornata di domenica 30 marzo da Il Messsggero, riguarda l'operazione di delisting di Bialetti Industrie (quotata all'indice Euronext) con l'ingresso di due nuovi soci. Da un lato la società lussemburghese Jakyval, della famiglia Guerrand Hermés; dall'altro, Nuo Capital, del magnate Stephen Cheng di Hong Kong, che a sua volta controlla anche il fondo Nuo (in cui è socio al 50% della Exor di John Elkann). In Bialetti Nuo e Jacyval avrebbero la medesima quota del 49,5% a testa.
Il valore dell'operazione sarebbe di 170 milioni di euro, per un'azienda che vale 150 milioni di euro di fatturato annuo, con due poli produttivi in Italia e in Turchia e diversi magazzini nel mondo, anche se negli ultimi anni, a causa di scelte manageriali sbagliate, aveva dovuto cedere la sua rete di negozi (oltre a Bialetti, c'è il marchio Aeternum) all'estero. Dalla Bialetti, con un comunicato diffuso on line nella notte, negano che si sia già arrivati a un accordo e dicono che "le indicazioni numeriche sono fuorvianti e non rappresentative della struttura ipotizzata dell’operazione Bialetti". Allo stesso modo, viene precisato che l'unico interlocutore al momento è la società lussemburghese Nuo Capital SA (dunque niente Hermès).
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