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A Torino due anni di attesa per la visita al bambino allergico. «Ma stiamo abbattendo le liste d’attesa»

Problemi all'ospedale Regina Margherita ma le visite in orari serali e nei festivi stanno funzionando

Due anni per la visita al bimbo allergico. «Ma stiamo abbattendo le liste d’attesa»

Due anni per la visita al bimbo allergico. «Ma stiamo abbattendo le liste d’attesa»

Data della visita allergologica: 19 marzo 2027. Nessun refuso, sono proprio due anni di attesa. Tanto avrebbe dovuto aspettare Paola Varetto, una mamma di Moncalieri, per far visitare all'ospedale Regina Margherita il suo Alberto, 8 anni di età e da qualche mese alle prese con crisi ripetute di broncospasmo. Troppo ma la buona notizia è che le liste di attesa dell'ospedale pediatrico torinese sono in fase di abbattimento e presto il problema potrebbe essere risolto. Ma andiamo con ordine.

DUE ANNI DI ATTESA

«La prima visita allergologica in ospedale Alberto l'ha fatta lo scorso maggio - spiega Paola - e gli è stata riscontrata una forte allergia ad acari, graminacee e assenzio. Mi è stata prescritta una visita di controllo da effettuare entro 18-24 mesi con la raccomandazione di prenotarla al più presto proprio per le lunghe liste di attesa». Il problema è che negli ultimi mesi la situazione è peggiorata ulteriormente: «Già nell'inverno ha avuto diverse crisi di broncospasmo, l'ho anche portato al pronto soccorso di Moncalieri dove gli è stato riscontrato un addensamento polmonare. Poi a marzo un ulteriore peggioramento: altre crisi da trattare con Aerosol o Ventolin. A quel punto il pediatra mi ha consigliato una nuova visita di controllo ma quando ho chiamato il Regina Margherita mi è stata fissata tra 2 anni. Nel frattempo, mio figlio ha già saltato un mese di scuola e lunedì ha avuto una nuova crisi che ha richiesto una "dose d'attacco" di Ventolin e del cortisone». Inevitabile la scelta. «Ho prenotato in un centro privato e mercoledì sarà visitato. Mi costerà 142 euro. Per fortuna possiamo permetterceli ma chi non ha questa possibilità che deve fare?».

Paola Varetto con il figlio Alberto

Dal Regina Margherita, la professoressa Franca Fagioli, direttore del dipartimento di Patologia e Cura del bambino, effettuate le necessarie verifiche, spiega cosa è accaduto. «Prima di tutto, sottolineo che lo scorso maggio la famiglia non ha rispettato l'indicazione di prenotare la visita di controllo il più presto possibile. Detto questo, qui siamo di fronte a un problema che non dipende dall'ospedale: se le condizioni del bambino si sono aggravate, il medico curante dovrebbe chiedere non una visita di controllo ma una visita con prescrizione urgente». Non è stato questo il caso, quindi o il medico ha sbagliato o non ha valutato le condizioni del paziente così peggiorate. La differenza di tempistiche sarebbe stata sostanziale. «Una visita urgente viene effettuata nell'arco di una decina di giorni, una visita di controllo in effetti può avere tempi lunghi, anche in base al timing indicato proprio dal medico. Al momento, per una prima visita siamo invece intorno all'anno di attesa». 

LA BUONA NOTIZIA

Uno o due anni sono però tanti, e questo al Regina Margherita lo sanno. La buona notizia è che presto il problema potrebbe essere risolto, come annunciano la dottoressa Fagioli e Silvana Barbaro, direttore sanitario di presidio: «Abbiamo iniziato da poche settimane con le prestazioni aggiuntive in orari serali e nei fine settimana - ricordano - e i risultati ottenuti indicano che stiamo facendo un ottimo lavoro. Al momento - elencano - abbiamo azzerato le liste d'attesa di gastroentorologia, dermatologia e per le spirometrie. Inoltre abbiamo dimezzato quelle di cardiologia e pneumologia». La sperimentazione proseguirà almeno fino a maggio. «E' un sistema che funziona - è il primo bilancio di Fagioli e Barbaro - e quindi speriamo che sia trovato il budget per proseguire su questa strada, che ci permetterebbe di completare il lavoro e azzerare tutte le liste d'attesa. Al tempo stesso però serve lavorare sull'appropriatezza delle visite richieste dai medici di famiglia: le visite urgenti devono essere richieste quando servono, senza cedere alle insistenza di famiglie troppo apprensive e, al tempo stesso, senza esagerare in senso opposto. Serve un lavoro congiunto con i medici di famiglia».

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