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IL FATTO
01 Maggio 2025 - 19:05
Quella di ieri sera nel Cpr di corso Brunelleschi è stata la prima rivolta dopo la riapertura del centro, avvenuta poco più di un mese fa. Ore e ore dopo la nottata di tensione, le dinamiche sembrano essere chiare. Tutto comincia ieri sera, quando intorno alle 21, all’interno dell’area Viola scoppia un incendio in seguito a una protesta dei ristretti legata ai beni da acquistare: all’interno del Centro, infatti, alcuni prodotti possono essere comprati (come funziona per il carcere, con il sopravvitto).
Questi “beni”, però, hanno dei prezzi inaccessibili per molti. Per intenderci, un pacco di biscotti può costare tra i sei e i sette euro. Così, i detenuti, appiccano il fuoco incendiando i materassi. Le fiamme divampano velocemente. Fuori, si sentono urla che i residenti hanno definito “disumane. C’era chi urlava parole come aiuto”, come racconta Cristina. E sono proprio i cittadini che vivono nei dintorni a chiamare i vigili del fuoco. I pompieri intervengono, intanto si vedono nuvoloni di fumo nero. Arrivano anche tre ambulanze: i feriti accertati, ad ora, sono tre. Uno di loro ha cercato di tagliarsi, un gesto autolesionistico, non il primo che si consuma all’interno del Centro. Degli altri due, non è ancora chiaro se si siano fatti male durante la rivolta o se sia stato uno scontro con le forze dell’ordine, arrivate al Centro per sedare la rivolta. Fonti interne riferiscono, però, che i feriti potrebbero essere anche di più “e che c’è stato un via vai dall’ospedale”. In questi giorni, due persone detenute stavano portando avanti uno sciopero della fame.
Oggi sono tornate le consigliere comunali Sara Diena e Ludovica Cioria, con loro anche l’europarlamentare Benedetta Scuderi. Diena e Cioria hanno passato la nottata - con la consigliera regionale Alice Ravinale e la consigliera della Circoscrizione 3 Francesca Troise - a chiedere di avere informazioni sullo stato di salute delle persone dentro ma i funzionari di polizia e il direttore del Centro non ne hanno fornite. Inoltre, a Ravinale (che avrebbe il diritto di ingresso al Cpr in quanto consigliera regionale) non è stato permesso l’ingresso in struttura nemmeno quando le acque “si sono calmate”.
Sul caso si è espresso oggi il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. “I fatti avvenuti questa notte in corso Brunelleschi ci pongono nuovamente di fronte alla totale inadeguatezza dell’istituto del Cpr così come alla totale inefficacia che questo istituto ha e ha avuto, fin dalla sua istituzione, nella gestione delle politiche migratorie" afferma il primo cittadino. "Continuiamo a sostenere che occorra un ripensamento della strategia generale sull'immigrazione da parte di questo Governo, che affronti la questione con approcci completamente diversi, che puntino all'inclusione e a una gestione dei migranti diversa da quella dei Cpr che, peraltro, per la loro gestione sottraggono ingenti risorse umane ed economiche che invece potrebbero e dovrebbero essere destinate al controllo e al presidio del territorio.
La criminalizzazione dell'immigrazione non solo, come è evidente, non è una strada efficace ma è anche molto controproducente per la tenuta della coesione sociale”.
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