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IL CASO
06 Maggio 2025 - 10:45
La Regione Piemonte dichiara guerra ai “ras delle soffitte” e ai covi dello spaccio nelle periferie torinesi. L’assessore regionale alla Casa e alle Politiche sociali, Maurizio Marrone, ha presentato questa mattina in Giunta un emendamento alla Legge regionale sulla Casa che consentirà l’esproprio degli alloggi in condizioni di grave degrado, per destinarli all’edilizia residenziale pubblica. Il provvedimento – spiegano dalla Regione – nasce in risposta alla situazione di crescente insicurezza nei quartieri periferici, in particolare Barriera di Milano e Aurora, dove il fenomeno dello spaccio si intreccia con la presenza diffusa di immobili fatiscenti occupati da soggetti legati alla criminalità.
“Lo spaccio di droga e la violenza sono così radicati in alcune periferie torinesi – ha dichiarato Marrone – perché in quei quartieri proliferano le speculazioni immobiliari dei ras delle soffitte, che riempiono intere palazzine di spacciatori e delinquenti. Non possiamo pretendere che le forze dell'ordine svuotino un mare con un bicchiere se le basi dello spaccio si riempiono di criminali negli alloggi dei palazzinari”.
Il nuovo articolo, che sarà discusso in Consiglio regionale nell’ambito della legge di riordino, introduce il principio dell’esproprio per pubblica utilità degli alloggi locati a uso abitativo in stato di conservazione scadente. Una volta espropriati, gli immobili saranno conferiti all’Agenzia Territoriale per la Casa (ATC) e destinati a famiglie in difficoltà. Nel dettaglio, la norma – che va a integrare la Legge regionale 17 febbraio 2010, n. 3 – specifica che la Regione potrà intervenire nel rispetto delle norme costituzionali e del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, in materia di espropri. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore, la Giunta regionale sarà chiamata a definire i criteri per l’attuazione della misura. Per valutare lo stato di degrado di un immobile si farà riferimento ai criteri già previsti dalla normativa vigente, come l’assenza di impianto elettrico o idrico, la mancanza di servizi igienici privati, oppure la presenza di gravi carenze in almeno quattro elementi strutturali, tra cui pavimenti, pareti, infissi, impianti e parti comuni dell’edificio. “Questa – ha concluso Marrone – è un’inedita e coraggiosa sfida di giustizia sociale che osiamo per amore delle nostre periferie più disagiate”
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