Cerca

torino

Ruspe ed esplosivi non bastano: la Gondrand è ancora "infestata" dai pusher

Dopo l'abbattimento del palazzo uffici, spacciatori e tossicodipendenti sono tornati nell'area di via Cigna

Ruspe ed esplosivi non bastano: la Gondrand è ancora "infestata" dai pusher

Ruspe ed esplosivi non bastano: la Gondrand è ancora "infestata" dai pusher

I fantasmi sono tornati. Neanche le ruspe e gli esplosivi sono bastati a convincerli a lasciare l’area della ex Gondrand di via Cigna, in Barriera di Milano. I venditori di morte hanno ricominciato a scavalcare i muretti, infilarsi nei varchi delle recinzioni e ad aggirarsi tra le macerie dell’ex sede dell’azienda di autotrasporti, attirando tossicodipendenti e sbandati, uomini e donne pronti a tutto, anche a vendere il proprio corpo, pur di avere la propria dose di droga.

Quello che restava del palazzo di sei piani che un tempo ospitava gli uffici dell’azienda è stato abbattuto, senza troppa pubblicità, lo scorso 29 aprile. Una serie di microcariche esplosive in quello che ormai era lo scheletro di un edificio utilizzato per vendere e comprare stupefacenti - offrendo in cambio soldi, refurtiva o se stessi - e consumarli al riparo da sguardi indiscreti o usato anche come riparo da chi ormai non ha neanche più una casa in cui tornare.

Un edificio in cui due anni fa aveva pure trovato la morte un italiano di 43 anni, un tossicodipendente che aveva perso la vita precipitando nel vano di un ascensore che aveva smesso di funzionare ormai da tantissimi anni. Da due settimane quell’edificio non c’è più, sparito in pochi secondi in una nube di polvere che, una volta sollevata, ha svelato al suo posto un letto di macerie che dovranno essere sgomberate per lasciare posto a che cosa ancora non si sa. Ma se il futuro resta incerto, il presente è in realtà molto simile al passato: gli spacciatori sono tornati ad aggirarsi tra le macerie, hanno trovato nuovi ripari, scovato angoli e anfratti in cui vendere, indisturbati, le loro dosi. E così sono tornati anche i disperati, fantasmi che si aggirano silenziosi, vestiti di cenci recuperati chissà dove e che qui portano i pochi euro che hanno in tasca per comprare cocaina, eroina, crack da consumare in fretta, prima della crisi di astinenza, lontano dagli occhi di chi passa in strada, a pochi metri, ma non da quelli di chi abita nei palazzi vicini e che da balconi e finestre è costretto a continuare ad assistere a questo triste “spettacolo” di disperazione e morte.

Una situazione ben nota al presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, che continua a invocare interventi: «L’abbattimento lo chiedevamo da anni, siamo felici che sia finalmente arrivato ma non è risolutivo, non ha risolto il problema. Continuiamo a chiedere un progetto chiaro per una riqualificazione che deve andare oltre le macerie». I lavori nell’area infatti proseguono a singhiozzo mentre si rincorrono le voci secondo cui la proprietà starebbe cercando di ottenere il via libera dal Comune per il progetto di un nuovo centro commerciale. «Al momento - prosegue Lomanto - l’unica cosa sicura è che la zona è abbandonata a se stessa, serve una riqualificazione vera. Prima di tutto serve un cambio di passo rispetto agli abbattimenti, non solo degli scheletri dei capannoni dei magazzini Gondrand che sono ancora in piedi ma anche delle piscine vicine e degli edifici abbandonati di tutto il quadrante, altrimenti il problema si sposta solo di qualche metro. Poi servono progetti di riqualificazione vera». La richiesta che arriva dal quartiere è abbastanza chiara: «Non servono supermercati, avremmo bisogno di impianti sportivi. Un palazzetto, una piscina, campi di atletica: tutte cose che a Torino nord mancano. E, qualunque cosa si decida di fare, servono risposte alla cittadinanza anche sulle tempistiche, su come e quando procederanno i lavori».

Dubbi che si pone anche Verangela Marino, battagliera consigliera FdI in Circoscrizione 6 che da tempo segue la situazione della ex Gondrand: «Quando avverrà l’abbattimento totale e la riqualificazione della struttura? - si domanda - Probabilmente qualcuno pensava che dare il contentino dell’abbattimento del casermone dove dormivano e si rifugiavano tossicodipendenti, sbandati e spacciatori, sarebbe servito a spegnere i riflettori su questa situazione. Ma non è così, questa vergogna continua ad essere sotto gli occhi di tutti». Dal canto suo, la Città rassicura che anche «se la riqualificazione ancora non si vede concretamente, sta andando avanti. Inoltre, nonostante si tratti di una proprietà privata, stiamo seguendo il progetto nell'ex Gondrand alla luce delle grandi trasformazioni che sono previste anche nell'area immediatamente adiacente, a partire dall'arrivo della futura Metro 2».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.