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La denuncia
11 Maggio 2025 - 20:47
Parco Sempione, con la vicina area cani, come la Gondrand: non c’è solo la fabbrica abbandonata invasa da spacciatori e clienti. Anche quest’altro angolo di Barriera di Milano continua a essere «in ostaggio», come lo definisce Verangela Marino, consigliera della Circoscrizione 6. Che, oltre a raccogliere le lamentele e la paura di residenti e proprietari di cani, si è materialmente trovata davanti un coltellaccio da cucina: era abbandonato in un cestino dei rifiuti, proprio nel parco lungo via Cigna. Un ritrovamento che fa paura, soprattutto in un periodo in cui si sono registrate almeno quattro persone accoltellate (di cui tre proprio a Barriera, tra cui un omicidio).
Il problema di parco Sempione e dintorni sono noti da tempo e li abbiamo raccontati più volte su queste pagine. Eppure sembra che nulla cambi, nonostante sgomberi e interventi delle forze dell’ordine: «Troviamo assurdo che uno dei tanti polmoni verdi della Circoscrizione 6 resti un dominio della criminalità organizzata di origine straniera - attacca Marino, capogruppo di Fratelli d’Italia - Continuano a tenerlo in ostaggio, con pusher in bici e monopattini che consegnano droga 24 ore su 24. E si sono costruiti delle vere e proprie baraccopoli con tende e canadesi». Il risultato è che il parco e l’area cani sono diventati a loro uso esclusivo, con i residenti terrorizzati: «L’area cani è quasi inutilizzabile perché i pusher la occupano e rompono la recinzione. Eppure nessuno prende provvedimenti». Anzi, la situazione sembra peggiorare, come dimostra il coltellaccio trovato nel cestino: «È stato nascosto per essere pronto all’uso durante una rissa o un regolamento di conti» conclude Marino.
Sul tema replica Isabella Martelli, consigliera del Pd: «Su quella zona di Barriera c’è chi urla in continuazione e chi sta lavorando: lo dimostra l’abbattimento e i progetti complessivi, con l’arrivo della Metro 2. Ma è vero che i problemi restano e che le persone ci sono sempre: il ritrovamento del coltello lo dimostra ma la competenza non è dell’amministrazione o della polizia locale, che sono comunque sempre disponibili a collaborare con le forze dell’ordine. In generale, serve un progetto di assistenza sanitaria da parte di Asl, servizi sociali, Comune e Regione. Altrimenti si rischia che la situazione peggiori altrove, con le persone che si spostano palline da ping pong verso le abitazioni».
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