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La moschea di Aurora: mancano almeno 8 milioni di euro all’appello

L'Amministrazione pone il vincolo della "fruizione pubblica" e nega interlocuzioni col re marocchino. Ma chi fornirà i fondi necessari?

La moschea sorgerà nella sede delle ex fonderie Nebiolo di via Bologna

La moschea sorgerà nella sede delle ex fonderie Nebiolo di via Bologna

Annunciata in pompa magna come una delle moschee più grandi d’Italia - sarebbe la seconda, dopo la Grande Moschea di Roma da 30mila mq - a fine marzo, la progettazione del minareto da 17 milioni di euro nel cuore di Aurora, continua a generare polemiche. Anche perché di questi 17 milioni, che il re Marocchino si sarebbe offerto di elargire per il finanziamento dell’opera alla Confederazione islamica italiana - di cui fa parte la Fondazione Al-Waqf, concessionaria dell’area - non v’è certezza. Il re del Marocco ne avrebbe “promessi” 8, secondo la Confederazione, con l’obiettivo di terminare i lavori entro il 2029.

E’ certa, per il momento, solo l’offerta di 1.025.000 euro da parte dell’Aps Al-Waqf - accettata dal Comune e arrivata dopo almeno tre aste immobiliari disertate - per la proprietà superficiaria dell’area (sede delle ex fonderie Nebiolo di via Bologna). E il vincolo cui l’Aps Al-Waqf sarebbe legata: la destinazione di almeno il 17% del compendio totale - che includerà una biblioteca, uno studentato da 1000 posti letto, un bar, una palestra e una sala mostre - alla “fruibilità pubblica del bene”. «Con i provvedimenti presi si vuole evitare la creazione di uno spazio esclusivamente dedicato alla preghiera e a renderlo fruibile alla cittadinanza e al territorio». Lo ha specificato la vicesindaca Michela Favaro rispondendo all’interpellanza del consigliere di Torino Libero Pensiero Pino Iannò qualche settimana fa in Consiglio. Quasi a rassicurare sul fatto che l’utilizzo dell’edificio “sarà di tutti”. «Nessuna relazione o interlocuzione con Governi nazionali o loro enti esponenziali», aggiunge poi, negando un coinvolgimento diretto del Comune con il reale marocchino.

 

Risposte che non convincono l’interpellante: «Una scelta scellerata - per Iannò - che rischia di ghettizzare ulteriormente “quella parte di popolazione”, in una zona già degradata di suo», dice. Dubbioso anche sulla reperibilità dei fondi: «Non sanno dove trovarli», insinua.

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