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Il caso
21 Maggio 2025 - 19:30
Buche stradali, incidenti e richieste di risarcimento raddoppiati in un anno
Sarà balzata agli occhi di molti la ricerca che, su dati Istat 2016-2024, colloca Torino al quinto posto per pericolosità delle strade. E basta farsi un giro in città per rendersi conto che il rischio inciampo – o peggio, incidente – è costante. Le buche sono in aumento e con loro anche i sinistri: da 551 nel 2022 a 1083 nel 2024. Ma il vero paradosso è che, nello stesso periodo, la spesa comunale è cresciuta quasi di sei volte. A certificarlo è una seconda classifica, basata sulla stessa Istat, che vede Torino quarta in Italia per spesa pro capite sulla viabilità.
Un cortocircuito che spinge a interrogarsi sulla gestione delle risorse. «Lo sforzo della Città è evidente (le buche riparate nel 2022 erano 5.420, a fronte delle 13.394 nel 2024, ndr), ma c’è una chiara asimmetria tra speso e ricevuto. Occorrerebbe un’analisi sull’origine del problema». Ad affermarlo il consigliere Ferrante De Benedictis (FdI), nella riunione della commissione Urbanistica di oggi pomeriggio, che discuteva congiuntamente la richiesta di comunicazioni urgenti al sindaco e un’interpellanza del vicecapogruppo di Torino Bellissima Pierlucio Firrao.
Il bersaglio, in assenza di Lo Russo, è l’assessore alla Manutenzione viabilità Francesco Tresso. «Il motivo principale - ha detto - sono state le forti piogge, quasi il quadruplo della media nel 2024». E la manutenzione stradale rischia di essere un colabrodo per le tasche della Città, perché oltre all’aumento del budget, e alla possibilità di “rattoppare le buche” con fondi collaterali - come Pnrr e Pinqua - incide la forte crescita del risarcimenti chiesti: da 447 nel 2023 a 831 nel 2024, per una spesa pubblica di 446mila euro.
A tentare di invertire la rotta potrebbe essere il Digital Twin, il gemello digitale della città, alleato nella mappatura urbana. «Nel 2025 completeremo la prima versione – ha concluso Tresso – e lavoreremo per estenderlo a tutta Torino nel 2026». «Continuiamo a proporre soluzioni, come l’asfalto autorigenerante, ma di fatto la situazione è in caduta libera e non si scorgono luci in fondo al tunnel», commenta Firrao.
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