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Il fatto
23 Maggio 2025 - 13:21
Era appena tornato a scuola dopo essere aggredito da uno studente, lo scorso 30 aprile: «Devo interrogare, non posso rimanere a casa» diceva il professore di Diritto dello Zerboni. E ieri, un paio di giorni dopo il suo rientro, è stato picchiato di nuovo e si è ritrovato in ospedale: «Ora è traumatizzato, non ne vuole più sapere di ritornare fino agli scrutini» riporta Roberto Cermignani, suo collega e referente sindacale nell’istituto. Che anticipa anche l’intenzione di organizzare uno sciopero per chiedere provvedimenti: «Gli aggressori degli insegnanti devono essere arrestati». Per quanto successo ieri allo Zerboni, invece, è scattata “solo” la denuncia per tre alunni minorenni.
I fatti sono avvenuti intorno alle 10.30 nella sede di via della Cella, nel quartiere Madonna di Campagna. E il protagonista è l’insegnante che, il 30 aprile, era già stato picchiato da un altro studente dello stesso istituto professionale, un minorenne già sospeso (che se l’era presa anche con una professoressa).
Secondo quanto riferito da alcuni colleghi, ieri l’insegnante ha raggiunto la classe e la collega di educazione fisica in palestra. Poi è entrato negli spogliatoi per “invitare” gli studenti a smettere di spintonarsi e a uscire per rientrare in classe. In tutta risposta, a quanto risulta, uno gli ha tirato uno schiaffo mentre l’altro ha lanciato delle minacce: «Poco dopo ho visto il professore con la guancia rossa e il ghiaccio» riferisce Cermignani.
Quasi in contemporanea, un altro studente ha insultato un’insegnante mentre un quarto ha innescato una fiammata utilizzando una bomboletta di deodorante spray e un accendino. A quel punto è partita la chiamata al 112 e sul posto sono intervenute le volanti della polizia, che hanno identificato e denunciato i tre studenti (tutti tranne quello che ha insultato). Il docente aggredito è stato accompagnato all’ospedale Maria Vittoria in ambulanza ma le sue condizioni non sono gravi: è stato trasportato in “codice verde”.
Il corpo insegnante, secondo fonti interne, si sta organizzando per una protesta: «Dopo i fatti di cronaca accaduti a scuola per l’ennesima volta, gli insegnanti e i lavoratori mi chiedono di organizzare uno sciopero con presidio davanti alla Prefettura perché la situazione è diventata insostenibile - afferma Cermignani, rsu Snals -. Le misure annunciate dal ministro Valditara non bastabo: dovremmo fare in modo che, picchiando un insegnante, scatti l’arresto. Serve soprattutto in istituti problematici come il nostro».
D’altronde lo Zerboni è una «scuola di confine», come la definiscono i suoi docenti. Metà degli iscritti sono stranieri e ci sono quasi 30 nazionalità diverse. E, negli anni, è diventata famosa per alcuni suoi studenti “illustri”: dai ragazzi di piazza San Carlo a quelli che spaccavano le vetrine in via Roma, fino ai tre giovanissimi che hanno lanciato la bici ai Murazzi.
«Ci sentiamo disarmati perché le aggressioni sono all’ordine del giorno. E i responsabili non vengono neanche portati via: gli agenti li identificano e poi li lasciano a scuola. Così passa il messaggio che, qualunque cosa facciano, restano impuniti». La scuola ha annunciato che prenderà provvedimenti ma il vice preside, Michele Pastore, sceglie di non replicare. Salvo poi precisare: «Questi episodi sono gravissimi ma sporadici. L’istituto Zerboni non è soltanto questo, qui si fanno anche tante cose buone. E 550 ragazzi vogliono che si sappia che non sono tutti come quei compagni».
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