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curiosità piemontesi

Ecco perché San Giovanni è il patrono di Torino

Una storia che inizia nel Medioevo... ma cosa c'entrano le ciliegie?

Ecco perché San Giovanni è il patrono di Torino

San Giovanni Battista è il patrono di Torino da oltre mille anni, sin da quando nel 602 d.C. il duca Aginulfo fece costruire una chiesa a lui dedicata, consacrando il santo come protettore della città. La sua festa, il 24 giugno, coincide con il solstizio d’estate, un momento carico di antichi significati pagani che la Chiesa cristianizzò, trasformandolo in un rito di luce, rinascita e protezione.

Fuoco, simboli e superstizioni

Il cuore delle celebrazioni torinesi è il "Farò", un grande falò acceso la sera del 23 giugno in piazza Castello, sormontato dalla sagoma di un toro, simbolo della città. La tradizione vuole che la direzione in cui cade la sagoma durante il rogo predica la fortuna o la sfortuna per l’anno a venire: se cade verso Porta Nuova, Torino godrà di prosperità; altrimenti, si temono difficoltà. Questo rito, nato nel Medioevo, unisce la comunità in un momento di festa, tra danze, canti e antiche superstizioni che ancora oggi affascinano e coinvolgono.

Tra passato e presente

La festa di San Giovanni a Torino è dunque un evento che racconta molto più di una semplice devozione religiosa: è un intreccio di storia, simboli, riti antichi e leggende popolari. Dal falò che illumina la notte più breve dell’anno, alla presenza misteriosa del giuanin nelle ciliegie, ogni elemento contribuisce a mantenere viva l’anima di una città che da secoli celebra il suo santo patrono con passione e magia.

Questa combinazione di sacro e profano, di luce e natura, rende la festa di San Giovanni a Torino un’esperienza affascinante, capace di trasportare chi vi partecipa in un mondo dove il tempo sembra fermarsi e la tradizione si fa racconto vivo.

Il "Giuanin" 

Un curioso e tipico aspetto legato alla festa di San Giovanni riguarda le ciliegie, frutto simbolo dell’estate piemontese. Secondo un antico detto popolare, dopo il 24 giugno non si dovrebbero più mangiare ciliegie perché la rugiada di quella notte fa nascere il "Giuanin" — un piccolo verme bianco, larva del dittero Rhagoletis cerasi, che infesta i frutti. In piemontese questi vermi sono chiamati "giuanin" o "gianin", che significa letteralmente "giovannini", un nome che lega la loro comparsa proprio alla festa di San Giovanni.

La leggenda vuole che la presenza del giuanin nelle ciliegie sia un segno di qualità: se un frutto è preda di un gianin, significa che è buono e genuino. Alcuni coraggiosi sostengono addirittura che basta non aprire la ciliegia e inghiottire il verme insieme al frutto per non alterarne il gusto. 

E tu? Come festeggerai il patrono torinese?

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