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IL FATTO
08 Giugno 2025 - 19:27
Cacciate dal corteo del Pride di ieri, insultate al Salone del Libro: dipinte da alcuni giornali (francesi e italiani) come xenofobe e naziste. Sono le attiviste del Collettivo Nemesis, nato in Francia nel 2019 da Alice Cordier. «Penso che esistano tre pericoli principali. L’immigrazione, l’islamizzazione dell’Occidente e la complicità dell’estrema sinistra» aveva affermato Anais, attivista di Nemesis, in un video sui social lo scorso marzo.
Le attiviste al Pride ieri
Nemesis, collettivo che conta oltre 400 iscritte in Europa, donne dai 18 ai 65 anni. E che adesso è pronto al suo ingresso in Italia, partendo proprio da Torino, città dove diverse ragazze e molte donne hanno mostrato interesse. «Di noi dicono che difendiamo solo le donne bianche, ci hanno bollato come razziste. Ovviamente non è vero, ci occupiamo di tutte le donne» attacca Astrid, portavoce di Nemesis.
Un’altra diceria che smentiscono è quella sulla lotta al diritto per l’aborto «un diritto sancito dalla Costituzione: non ce ne occupiamo semplicemente perchè non mancano i mezzi per una donna che ha intenzione di interrompere una gravidanza indesiderata».
Nemesis, come la dea greca della vendetta, porta avanti l’ideologia che vuole proteggere le donne dalle culture patriarcali, di cui la maggior parte sono di matrice islamica «le femministe di sinistra parlano di patriarcato, poi non temono l’invasione da parte di uomini provenienti da posti come l’Iraq o il Pakistan, dove gli stupri di gruppo sono praticamente una tradizione». Come nel caso della drammatica notte di Capodanno a Milano, dove una 19enne si è trovata al centro di una "taharrush gamea”, parole che in arabo si traducono in violenza sessuale di gruppo. Nemesis in Francia, Svizzera e Belgio, dove è già radicato come movimento politico, sta facendo parlare molto di sè, tra azioni e manifestazioni: questo comporta anche un certo clima d’odio nei confronti delle attiviste. Due settimane fa, ad esempio, due ragazze sono state aggredite e picchiate mentre si trovavano in un ristorante francese. A colpirle, un gruppo di 20 persone dichiarate come “antifasciste”.
«Siamo spesso bersagli di rappresaglia, di noi dicono di tutto, onestamente questo non ci tocca. Ci siamo esposte politicamente e mediaticamente». Proprio al Salone del Libro le attiviste avevano provato a mettere in guardia alcuni ascoltatori: «In Italia il 20% delle violenze sulle donne è opera degli immigrati irregolari: calcolando che un 10% della popolazione è fatta da stranieri non in regola, le percentuali sono altissime» avevano detto ai microfoni. «Le nostre parole da alcuni giornalisti sono state travisate a convenienza».
Ma in quanti, tra i giornali italiani, le hanno intervistate prima di scrivere del loro pensiero? «A parte oggi, solo la testata “La Verità” ci ha interpellato prima di parlare di noi» afferma Astrid.
Nemesis presto troverà casa a Torino, come dicevamo poco più sopra: «ci stiamo organizzando per creare una sezione nuova». Un posto dove tutte le donne che non si ritrovano negli stereotipi del femminismo orientato al politicamente corretto e buonista saranno accolte.
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