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Il caso

Senzatetto a Torino: una crisi tra decoro urbano e responsabilità istituzionali

Grazia Poggio Sartori denuncia la situazione critica dei senzatetto in corso Vinzaglio, tra igiene e sicurezza

Emergenza Senzatetto: sotto la lente la Circoscrizione 4

Immagine d'archivio

La presenza stabile di persone senza dimora sotto i portici che collegano corso Vittorio Emanuele II a via Cernaia è al centro di un nuovo atto di denuncia politica. Grazia Poggio Sartori, consigliera di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 1, ha dichiarato di voler trasmettere un esposto alla Procura, contestando «l’inerzia delle istituzioni» e l’efficacia limitata degli interventi di pulizia già effettuati da Amiat.

Corso Vinzaglio fa parte della storica cintura porticata torinese realizzata a metà Ottocento per unire le stazioni di Porta Nuova e Porta Susa; il tratto, protetto da vincoli architettonici, è oggi un corridoio pedonale ad alta frequentazione commerciale e turistica. L’ampiezza dei marciapiedi e l’estensione dei portici offrono riparo, ma complicano i controlli di polizia municipale e le operazioni di sanificazione.

Secondo Poggio Sartori, la situazione rappresenta «un problema cronico di igiene, sicurezza e decoro urbano»; la consigliera ritiene che atti come espletamenti fisiologici in pubblico possano integrare il reato previsto dall’articolo 527 c.p. qualora avvengano in presenza di minori.

Il Comune ha varato per l’inverno 2024-2025 un piano da 7 milioni di euro con circa 1.000 posti letto notturni (80 in più rispetto all’anno precedente) gestiti da 38 enti del Terzo Settore; nonostante ciò, i servizi sociali stimano che circa 200 persone vivano ancora in strada, concentrandosi soprattutto nel centro storico. Oltre alle strutture, operano équipe di strada della Polizia Locale e unità mobili socio-sanitarie che monitorano gli assembramenti e propongono percorsi di accoglienza individuale.

L’art. 527 del Codice Penale punisce gli atti osceni in luogo pubblico con una sanzione amministrativa da 5.000 a 30.000 euro, prevedendo la reclusione se il fatto avviene in aree frequentate da minori; i comportamenti segnalati dalla consigliera rientrerebbero dunque in un quadro sanzionatorio più incisivo rispetto ai semplici illeciti di decoro. Un eventuale esposto porterebbe la Procura a valutare la rilevanza penale dei singoli episodi e l’adeguatezza degli interventi di competenza comunale.

La Circoscrizione 1 ha inserito il tema all’ordine del giorno di una commissione prevista per inizio luglio, alla quale sono stati invitati assessorato al Welfare, polizia locale, Amiat e organizzazioni del terzo settore. Obiettivo dichiarato: conciliare tutela del decoro, sicurezza dei residenti e diritto all’assistenza per le persone senza dimora, riducendo la pressione sul tratto porticato senza ricorrere solo a misure coercitive.

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