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Il caso
02 Luglio 2025 - 20:05
Niente consegne in bicicletta o in scooter nelle ore centrali della giornata: in Piemonte, i rider dovranno fermarsi quando il caldo diventa insostenibile. A stabilirlo è la nuova ordinanza firmata dal presidente Alberto Cirio, che estende ufficialmente le misure anti-caldo anche ai lavoratori del delivery urbano, in prima linea nell’affrontare afa e temperature estreme. Una decisione senza precedenti, che fa del Piemonte la prima Regione in Italia ad applicare tutele specifiche per i rider, già incluse dallo scorso anno nei provvedimenti contro il caldo per agricoltura e edilizia. «Un atto di civiltà e rispetto per le persone» – ha spiegato Cirio – «anche perché nella maggior parte dei casi parliamo di piattaforme multinazionali che guadagnano risorse importanti, ma non sempre hanno dimostrato di dare le giuste attenzioni e tutele ai lavoratori».
L'ordinanza, in vigore dal 3 luglio al 31 agosto, prevede il divieto di lavoro all'aperto tra le 12:30 e le 16:00 per le attività classificate a "intensa attività fisica" - rider compresi - nei giorni in cui il sito Worklimate.it segnala rischio "ALTO" di esposizione al sole. Oltre ai rider, le restrizioni si applicano anche ai lavoratori dei cantieri edili, del settore agricolo e florovivaistico, delle cave e della logistica. Accanto al divieto, la Regione ha predisposto indicazioni operative per garantire la sicurezza nei casi in cui le attività non possano essere sospese. Tra le misure suggerite: turni flessibili, pause all’ombra, acqua e sali minerali forniti dai datori di lavoro, e abbigliamento adeguato.
L’assessore al Lavoro Elena Chiorino ha sottolineato l’importanza dell’estensione delle tutele: «La dignità di chi lavora passa prima di tutto dalla sua salute. Con questa ordinanza, ribadiamo che nessun lavoratore deve essere lasciato solo di fronte ai rischi del caldo estremo». Anche l’assessore alla Sanità Federico Riboldi ha richiamato all’adozione delle linee guida: «I rider sono tra i più esposti e meno protetti. È doveroso assicurare condizioni di sicurezza».
Soddisfazione è arrivata anche da parte di Massimiliano Quirico, direttore dell’associazione Sicurezza e Lavoro: «È una scelta di buon senso che va nella direzione giusta. Ora però serve una normativa nazionale, per evitare provvedimenti frammentati da Regione a Regione». Per favorire la continuità lavorativa in condizioni più favorevoli, la Regione invita i Comuni a valutare deroghe temporanee ai limiti sul rumore per permettere lavori in fasce orarie più fresche, come il mattino presto o la sera.
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