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ESTATE DI FUOCO

Il rimedio della (bis) nonna contro il caldo: ecco come si faceva "a sopravvivere"

Il condizionatore è stato inventato nel 1906. Ma come si resisteva alle temperature prima?

Caldo e anziani

Foto di repertorio

Nel novero delle capacità umane, quella di saper resistere efficacemente al caldo rappresenta sicuramente una di quelle che, se ben gestita, è capace di assicurare la sopravvivenza.

L'ondata di caldo di questi giorni, al solito definita “eccezionale” per dar modo ai soliti santoni, puntualmente intervistati da stampa e tv del regno, di ammannirci con gli altrettanto soliti consigli: non uscire nelle ore più calde, bere molta acqua, osservare una dieta priva di cibi dalla digestione impegnativa, vestirsi leggeri e possibilmente con capi di colore chiaro e via consigliando…, scatena la fantasia dell'uomo come e più della affannosa ricerca dell'anima gemella.

Statistiche, “serie storiche”, studi di climatologia prontamente rispolverati alla bisogna, la consueta bagarre fra i propugnatori del “climate change” e, per contrappunto, i loro fervidi negazionisti, rappresentano l'inevitabile corollario di queste giornate caratterizzate da temperature significative.

Così, fra la corsa all'acquisto dei condizionatori, la disperata ricerca di ventilatori, in breve di tutto ciò che è in grado di attenuare l'afa soffocante, varrebbe la pena porsi qualche domanda.

Diamo per buono che questo, di questi primi, infuocati, giorni d'estate non sia del tutto una novità. Quando non esisteva ancora l'energia elettrica né il gas, quando l'inventore del condizionatore (tal Willis Haviland Carrier, ingegnere statunitense, anno d'invenzione 1906) ancora non era nato, come si faceva?

Ci pensava la “cross ventilation”! Di cosa si tratta, posto non si tratti di un particolare modo di calciare la palla ad opera di ali sofferenti di aerofagia, la parola letteralmente potrebbe tradursi in più commestibile “studio delle correnti”.

Gli inglesi, noti per essere stati uno dei popoli più dediti all'attività colonizzatrice, ne fecero un caposaldo per erigere, ad ogni latitudine, edifici in grado da soli di garantire un adeguato raffrescamento, grazie allo studio dei venti e alla disposizione delle aperture (porte e finestre) in modo tale da ottenere, già sol per questo, delle condizioni di vivibilità decorose e quand'anche si trovassero a miglia e miglia di distanza dalle brume della campagna scozzese, tipo intorno all'equatore.

La disciplina, non c'era bisogno degli inglesi che se ne appropriassero indebitamente (ma ai quali va dato atto di averla prepotentemente riportata in auge, facendone una materia di studio nei corsi di laurea di architettura et ingegneria), doveva essere nota anche ai romani anch'essi ignari delle proprietà salvifiche dei condizionatori.

Eppure è semplice: al momento di costruire un edificio, prevedere la disposizione e l'ampiezza delle aperture in modo tale da garantire un flusso di corrente (giocata tutta sulla differenza di pressione fra aria calda e fredda) in modo da ottenere una circolazione capace di stemperare la temperatura e garantire così delle condizioni di vita (e permanenza) dignitose all'interno delle abitazioni.

Proviamo ad immaginare il risparmio. A costo zero, semplicemente avendo cura di posizionare le finestre in modo diagonale (e a diversa altezza), si poteva fare a meno di apparecchi che per funzionare hanno bisogno di energia elettrica. Con conseguente beneficio per l'ambiente: oggi dotarsi di un condizionatore implica un sovraccarico di consumi energetici attualmente non prodotta da fonti esattamente “neutre”. Un ossimoro praticamente. Mi rinfresco grazie ad un condizionatore, che mitiga la temperatura ma che per funzionare sollecita le centrali elettriche ad un surplus (stante la loro alimentazione) di emissioni importanti di anidrite carbonica universalmente considerata nociva per l'ambiente.

Insomma, depurata dall'azione amplificatrice dei media di questi giorni, l'annosa questione, con l'arrivo dei primi temporali di calore, si spera non disastrosi come quelli che hanno colpito Bardonecchia, sarà pronta per essere ridimensionata, lasciando il posto a nuove e altrettanto pressanti emergenze (le rispettive campagne acquisti dei club di Serie A e/o i prezzi degli abbonamenti delle paytv per seguire il prossimo campionato).

Un consiglio tuttavia è opportuno darlo: la prossima volta che state per acquistare (o prendere in affitto) una casa, che sia la prima, la seconda o la terza, fatevi fighi, provate a chiedere ad un allibito agente immobiliare se è stata edificata rispettando i dettami della cross-ventilation. In assenza, sarete autorizzati a chiedere un congruo sconto
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