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Il caso
03 Luglio 2025 - 18:00
Le temperature a Torino hanno toccato i 37 gradi. Proprio oggi entra in vigore la nuova norma firmata dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, per proteggere i lavoratori esposti al caldo: il provvedimento vieta di lavorare all’aperto tra le 12.30 e le 16.00, non solo agli operatori stradali e agricoli, ma anche ai rider. Ma girando per la città ho scoperto che, nella pratica, non tutti sembrano potersi fermare.
Il primo con cui ho parlato è Ali Babar, ha 31 anni e lavora per Glovo. Non parla bene l’italiano, ma quando si tratta di caldo riesce a farsi capire chiaramente. I rider guadagnano pochi euro a consegna, che variano in base alla distanza, in media tra i 2,50 e i 3 euro. Con un lavoro costante, si riescono a portare a casa anche 30 o 40 euro al giorno.
Ali Babar non sapeva nulla della nuova norma regionale. Non ha saputo niente neanche da Glovo, che doveva informarlo. E con il tipo di contratto che ha, fermarsi non è semplice: fermarsi vuol dire guadagnare meno, e guadagnare meno vuol dire non mangiare. Per affrontare il caldo nelle ore più critiche, Ali ha trovato una soluzione personale: “Ho la fortuna di vivere qua vicino (riferito a San Salvario) e faccio tante pause a casa tra una consegna e l'altra. In più mi porto sempre la mia acqua e limone”, dice con un sorriso.
Poco più avanti, in piazza Bodoni, ho incontrato un altro rider di Glovo: Abbas Saqlain, 35 anni. Anche lui fa fatica a parlare italiano, ma riesco a comprendere chiaramente una cosa: non è minimamente toccato dal caldo. Alla domanda su come riesca a lavorare con queste temperature, mi risponde: “Lavoro comunque, non fa così caldo”.
Proseguendo per via Madama Cristina, noto subito un cantiere in via Berthollet, dove sono in corso lavori di rifacimento stradale. Gli operai lavorano sotto il sole cocente e preferiscono non rilasciare dichiarazioni, concentrati a portare avanti il lavoro. Ma con l’avvicinarsi delle 12.30, interrompono le attività, rispettando l’ordinanza regionale. Anche i cantieri in via Roma continuano imperterriti, con gli operai che sfidano le alte temperature.
Inseguendo altri ragazzi delle consegne, mi ritrovo davanti al famoso chioschetto accanto a Torino Esposizioni, dove incontro Claudio, un rider di Just Eat. Riposa all’ombra su una panchina, e subito si dimostra disponibile a parlare. Mi racconta che il caldo è diventato davvero complicato da gestire per i rider, soprattutto durante le ore di punta, che coincidono con l’orario di pranzo. “Il caldo non si può più gestire”, dice.
A differenza di altri, però, Claudio è più tutelato: “Io ho un contratto più stabile, con malattie, uno stipendio fisso. Ho la fortuna di avere degli orari prestabiliti che mi permettono di non avere la fretta che hanno gli altri colleghi. Per combattere il caldo faccio numerose pause all’ombra, mi siedo su una panchina e cerco di bere più acqua possibile”.
Claudio lancia anche un messaggio diretto alle aziende: “Loro sono sfortunati, sono costretti a continuare a lavorare senza potersi fermare, quindi ammiro gli intenti della Regione, ma loro se staccano in queste fasce orarie così importanti, non riescono poi ad avere da mangiare. Queste due aziende dovrebbero migliorare il servizio per i propri dipendenti e tutelarli un po’ di più in queste situazioni”.
Sull'altro fronte almeno, Glovo ha deciso di ritirare il “bonus caldo”, un piccolo incentivo che avrebbe dovuto essere erogato durante le giornate più afose. Il bonus variava a seconda delle temperature: tra i 32°C e i 36°C spettavano solo 5 centesimi a consegna; oltre i 40°C si arrivava a un massimo di 20 centesimi. Un importo considerato da molti ridicolo, se paragonato al disagio e ai rischi del lavorare sotto il sole. Dopo un incontro tra l’azienda e i sindacati, la misura è stata sospesa in attesa di un confronto più approfondito. Silvia Casini, segretaria nazionale di Felsa Cisl, ha commentato che Pur riconoscendo l’impegno delle forze dell’ordine nel monitorare la situazione, è essenziale che i lavoratori possano scegliere liberamente di lavorare in piena sicurezza.
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