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Disservizi
06 Luglio 2025 - 14:15
Con l’arrivo dell’estate, migliaia di persone riscoprono la voglia di mare. E con essa, puntuali come ogni anno, tornano anche i disagi lungo la storica tratta ferroviaria Torino–Ventimiglia, percorsa da pendolari, turisti, giovani diretti in Riviera e famiglie in cerca di un po’ di fresco. Ma tra ritardi, sovraffollamento, treni datati e disservizi, il viaggio verso il mare diventa spesso una brutta esperienza da dimenticare.
«Vado a Spotorno dalla mia ragazza e poi a Imperia con gli amici. Prendo spesso questa tratta, ma solo d’estate», racconta Francesco, uno dei passeggeri abituali. «In questo periodo è molto pieno, anche se raramente mi capita di trovare gente in piedi. Solo una volta al ritorno, il treno era talmente affollato che le persone erano ammassate l’una sull’altra, non c’era più posto. La qualità dei treni è nella media: non ottima, ma nemmeno pessima».
Chi invece il disagio lo sente più da vicino è Karim: «Il problema sono i ragazzi minorenni. Pensano di poter fare quello che vogliono, senza doverne pagare le conseguenze: mettono la musica a tutto volume, anche se non mi tocca tanto. Il problema è quando c'è il pienone sul treno che passano per controllare le borse. Mi è capitato una volta che si picchiassero per una ragazza. Certo, sono ragazzi, però non va bene. E poi c’è il problema delle coincidenze a Savona, per cui molta gente va lì, ma c'è anche molta altra che si ferma solo a Cavallermaggiore o Carmagnola. Per risolvere questo problema, servirebbero più treni, magari uno che va solo a Cuneo e un altro fino a Savona, in modo da dividere le esigenze delle persone».
Oltre al tema della sicurezza, c’è anche quello dell’efficienza e della qualità del servizio. Il racconto di un ciclista, intercettato sul treno, punta il dito contro le scelte infrastrutturali: «Hanno messo treni nuovi, è vero. Ma il problema è di sistema. Vogliono fare piste ciclabili sulle linee dismesse, invece di riattivare le ferrovie. A Torre Pellice, ad esempio, la linea non c’è più, i bus sono pochi e poi ci si lamenta del traffico. Le ferrovie, se esistono, si devono usare».
Ma forse la testimonianza più completa arriva da Camilla e Alessandro, due giovani in viaggio verso la Francia: «Per noi, il vero problema è quando comincia un ritardo. Parte un’escalation che manda tutto in tilt: saltano le coincidenze, perdi i treni successivi. E poi, in estate, la situazione peggiora, infatti secondo noi questi mezzi non sono adatti alle tratte: metà treno senza aria condizionata, ti squagli in giornate come oggi. Una volta c'era talmente tanta gente che mi sono dovuto mettere nella piazzola perché non c’era spazio nemmeno nei corridoi». Inoltre c'è anche da aggiungere che, dove invece si trova l'aria condizionata, le temperature sono talmente basse da rendere il passaggio con l'esterno quasi pericoloso. Tocca portarsi il maglione sul treno a luglio!
Il confronto con i treni francesi, secondo loro, è impietoso: «Quando prendi un treno diretto verso la Francia, un altro pianeta. Treni a due piani, puliti, puntuali. Qui invece hanno cambiato solo il logo dei regionali veloci, come se bastasse per parlare di rinnovamento. La verità è che servono più treni, nuovi, comodi e sostenibili. Ma sinceramente non so quanto Trenitalia si concentri sull’ecologia o sulla qualità del servizio».
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