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Il caso

Ambiente, allarme reati in Piemonte: crescono le denunce ma nessun arresto nel 2024

Nel 2024 i reati ambientali in Piemonte crescono del 22%, ma scompaiono gli arresti: il dossier nazionale lancia l’allarme sull’efficacia dell’azione penale

Ambiente, allarme reati in Piemonte: crescono le denunce ma nessun arresto nel 2024

Fonte: Legambiente

Il Piemonte si conferma una delle regioni italiane più colpite dalle illegalità ambientali. È quanto emerge dal dossier "Ecomafia 2025. I numeri e le storie delle illegalità ambientali in Italia", presentato oggi da Legambiente, che descrive una situazione in peggioramento rispetto all'anno precedente. Nel 2024, infatti, sono stati segnalati 1.659 reati ambientali, con un aumento del 22% rispetto al 2023. Le denunce hanno raggiunto quota 1.638, con una crescita vicina al 30%, mentre i sequestri effettuati sono stati 231, in lieve calo (-2,12%).

Se i numeri descrivono un’intensificazione dell’attività di controllo da parte delle forze dell’ordine, a sorprendere è l’assenza totale di arresti, a fronte dei 20 eseguiti nel 2023. Le province con i numeri più alti sono Cuneo, che registra 356 reati (+61%), seguita da Torino con 332 (+15%) e Alessandria con 159 (+39%). Proprio Torino, con 107 sequestri, concentra quasi la metà di tutti quelli eseguiti a livello regionale. Le altre province si mantengono su livelli inferiori: il Verbano-Cusio-Ossola ha registrato 101 reati, Novara 97, Asti 82, Vercelli 62 e Biella 52. Il dossier evidenzia anche un confronto con l’anno precedente sul ciclo dei rifiuti, settore in cui nel 2023 erano stati rilevati 466 reati.

Secondo l’associazione che ha curato il rapporto, “la crescita nel numero complessivo di illeciti, insieme all’aumento dei sequestri, suggerisce una maggiore estensione del fenomeno ambientale e un’attività di contrasto più intensa da parte delle autorità preposte”. Tuttavia, viene sottolineato come “l’assenza di arresti nel 2024, a fronte dell’elevato numero di denunce e sequestri, indica una limitata incidenza dell’azione penale nei confronti delle responsabilità più gravi”. Il quadro che emerge è dunque chiaro: da una parte un territorio sempre più esposto a reati ambientali, dall’altra uno sforzo di contrasto che, pur intensificato, non riesce ancora a produrre risultati incisivi sul piano giudiziario.

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